L'inflazione canadese su base annua raggiunge i massimi da 40 anni a questa parte

21 Luglio 2022 12:14 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Sanzioni ed embarghi imposti contro la Russia continuano a far sentire forte il loro effetto e il loro peso… sull’occidente.

A giugno il Canada ha visto l'inflazione su base annua raggiungere il livello più alto degli ultimi 40 anni, sulla stessa scia di quanto accade negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’Unione Europea che aveva fatto proprio della stabilità dei prezzi la sua ragion d’essere.

L'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'8,1% su base annua nel mese di giugno, dopo l'aumento del 7,7% di maggio, ha dichiarato l'istituto governativo Statistics Canada, segnalando la più grande variazione annuale dal gennaio 1983.

Secondo l'agenzia di statistica, il dato di giugno è dovuto principalmente all'aumento dei prezzi della benzina, cresciuti del 54,6% su base annua.

Un'altra importante fonte di inflazione è stata rappresentata dai prezzi dei generi alimentari, che sono aumentati dell'8,8% nell'ultimo anno. Si tratta dello stesso ritmo di aumento registrato il mese precedente, ma l'economista Tu Nguyen dell'agenzia di revisione contabile, fiscale e di consulenza RSM Canada afferma che è troppo presto per concludere che i prezzi dei generi alimentari potrebbero aver raggiunto il picco.

"In parte ciò può essere attribuito al fatto che in estate il Canada consuma più cibo di produzione nazionale, il che aiuta a mantenere i costi bassi", ha spiegato Nguyen.

Nel frattempo, le retribuzioni orarie non sono riuscite a raggiungere l'inflazione, aumentando solo del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, riferisce l'agenzia.

Sebbene sia quasi ai massimi da 40 anni, il tasso d'inflazione canadese di giugno rimane inferiore ai livelli registrati negli Stati Uniti (9,1%, il più alto dal 1981) e nel Regno Unito (9,4%, il più alto dal 1982).

L'inflazione ha subito un'accelerazione in tutti i Paesi sviluppati a causa della crescente crisi energetica, causata dalla carenza di petrolio e gas naturale, a sua volta aggravata dalle sanzioni internazionali imposte alla Russia, uno dei principali esportatori di combustibili fossili.

All'inizio del mese il capo economista della giapponese Nomura Holdings ha previsto che i tre Paesi sono tra le principali economie mondiali che entreranno in recessione nei prossimi 12 mesi.

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