Vito Petrocelli (Presidente IBI): "L'Italia supporti il piano di pace cinese"

Riceviamo dall'istituto Italia-Brics e pubblichiamo questo comunicato del Presidente Vito Petrocelli

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“Il mio voto contrario all’invio di armi all’Ucraina un anno fa mi è costato la presidenza della Commissione esteri ma non c’è scelta nella mia vita che mi rende più orgoglioso”. Così l’ex presidente della Commissione esteri del Senato Vito Petrocelli oggi presidente dell’Istituto Italia Brics appena costituitosi.

“Il nuovo mondo multipolare è la realtà che plasmerà le relazioni internazionali per i prossimi decenni. Chi non la vede e si vuole rifugiare nel vecchio mondo unipolare sceglie semplicemente l’oblio della storia. Purtroppo è quello che sta accadendo all’Italia”.

Il conflitto in Ucraina compie oggi un anno e le stanche leadership europee proseguono nella loro corsa verso il burrone dell’escalation bellica, prosegue Petrocelli. “Come ha riportato recentemente la stampa statunitense, quindi fonte inattaccabile, la pace era stata di fatto raggiunta a Istanbul a fine marzo scorso quando le delegazioni russe e ucraine avevano raggiunto un accordo. Saltò tutto dopo il famoso viaggio dell’allora premier inglese Johnson che, su mandato statunitense, impose a Kiev di non accettare. Con l’Europa che fu incapace di staccarsi dalla visione guerrafondaia che prevale nella Nato, procediamo da allora ad un’escalation continua”.

“Oggi - prosegue il presidente dell’Istituto Italia Brics - si aprono nuovi, forse ultimi, scenari di una pacificazione con il piano cinese che verrà meglio presentato da Xi Jinping nei prossimi giorni.

Il nucleo fondante dell’Europa – Italia, Francia e Germania - può percorrere due strade: seguire e rafforzare la via diplomatica cinese per evitare l’apocalisse nel nostro continente o continuare ad essere la ruota di scorta dei guerrafondai anglosassoni e dell’est russofobico.

Il viaggio del premier Meloni e i suoi impegni sui prossimi invii di armi lasciano intendere che l’Italia si appresti a seguire purtroppo la seconda strada. E la Meloni sarà come il premier di un governo Draghi qualsiasi o, peggio, di un governo PD qualsiasi."

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