Simboli nazisti in Ucraina: il NYT apre (finalmente) il vaso di Pandora


"Da quando la Russia ha iniziato la sua invasione dell'Ucraina lo scorso anno, il governo ucraino e gli alleati della NATO hanno pubblicato, poi tranquillamente cancellato, tre fotografie apparentemente innocue dai loro feed sui social media: un soldato in piedi, un altro che riposa in una trincea e un operatore sanitario in posa davanti a un camion." In tutti e tre i casi i protagonisti indossavano simboli riconducibili al nazismo.

Inizia così un sorprendente articolo del New York Times di Thomas Gibbons-Neff segnalato con giusta enfasi dal grande giornalista d'inchiesta Glenn Greenwold su Twitter.


Nel proseguo dell'articolo il NYT sottolinea correttamente come quelli che per anni hanno massacrato la popolazione del Donbass dopo il golpe di Maidan utilizzano simboli nazisti chiari.

Quello, cioè, che la propaganda liberal ha cercato di nascondere emerge ora con estrema forza nel giornale tempio della propaganda Nato.

"L'iconografia di questi gruppi, tra cui una toppa con teschio e ossa incrociate indossata dalle guardie dei campi di concentramento e un simbolo noto come Sole Nero, appare ora con una certa regolarità sulle uniformi dei soldati che combattono in prima linea ... l'ambivalenza dell'Ucraina nei confronti di questi simboli, e talvolta persino la sua accettazione, rischia di dare nuova vita mainstream a icone che l'Occidente ha passato più di mezzo secolo a cercare di eliminare. ... Tuttavia, ha lasciato diplomatici, giornalisti occidentali e gruppi di difesa in una posizione difficile: Richiamare l'attenzione sull'iconografia rischia di fare il gioco della propaganda russa. Persino i gruppi ebraici e le organizzazioni contro l'odio ... sono rimasti in gran parte in silenzio.", prosegue il giornalista del NYT.

Finora, prosegue Gibbons-Neff nella sua analisi, queste immagini "non hanno eroso il sostegno internazionale alla guerra" con diplomatici, politici e giornalisti occindentali che hanno preferito il silenzio per non fare eco alla "propaganda russa". Persino i gruppi ebraici e le organizzazioni "anti-odio" che tradizionalmente sono particolarmente attenti al tema, sottolinea correttamente il giornalista del NYT, "sono rimasti in gran parte in silenzio".

Un passaggio è particolarmente importante perché l'autore riesce a smascherare anche il ruolo delle ONG e la loro sottomissione alla propaganda filo Nato. Ve lo riportiamo per intero.

"Ad aprile, il ministero della Difesa ucraino ha pubblicato sul suo account Twitter una fotografia di un soldato che indossava una toppa con un teschio e ossa incrociate noto come Totenkopf, o Testa di morto. Il simbolo specifico nell'immagine è stato reso noto da un'unità nazista che ha commesso crimini di guerra e allestisto campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

La toppa nella fotografia pone il Totenkopf sopra una bandiera ucraina con un piccolo numero 6 sotto. Quella toppa è il merchandising ufficiale dei "Death in June" una band neo-folk britannica che secondo il Southern Poverty Law Center produce "incitamento all'odio" che "sfrutta temi e immagini del fascismo e del nazismo".

L'Anti-Defamation League considera il Totenkopf "un comune simbolo di odio". Ma Jake Hyman, un portavoce del gruppo, ha dichiarato che non era possibile "fare interferenze su chi lo indossava o sull'esercito ucraino".

Non sappiamo ancora perché il New York Times abbia voluto rompere questo tabù. Probabilmente ci sono apparati del potere Usa che ne hanno abbastanza della follia del regime di Kiev che, con gli attacchi diretti sul territorio russo con armi Nato e mercenari Nato, sta portando il mondo ad un passo dal rischio apocalisse nuclerare. Quello che è certo è che il New York Times ha oggi umiliato tutti coloro che per mesi hanno descritto come "putiniani estremisti" tutti coloro che si permettevano di sollevare la questione in Italia.

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