Resistenza irachena a USA-Israele: entriamo nella seconda fase dell’operazione

24 Gennaio 2024 08:59 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Gruppi della Resistenza Irachena hanno annunciato che le operazioni contro le basi dell’occupazione statunitense continueranno fino alla fine della guerra a Gaza.

Pochi minuti dopo l'attacco militare statunitense alle loro basi nell'Iraq occidentale, i gruppi della Resistenza Irachena hanno reagito con forza a questa offensiva.

"Mentre gli americani ci attaccano nuovamente, i nostri combattenti iniziano la seconda fase della loro operazione", ha annunciato, ieri sera Abu Alaa al-Walae, segretario generale del gruppo Kataib Sayed al-Shuhada.

Secondo il leader del gruppo della Resistenza Irachena, la seconda fase dei combattenti iracheni prevede il blocco della navigazione e del trasporto marittimo di Israele nel Mar Mediterraneo e la messa fuori servizio dei suoi porti.

"Le nostre operazioni continueranno fino a quando l'ingiusto blocco di Gaza non sarà revocato e gli orribili omicidi dei sionisti contro il popolo palestinese non finiranno", ha avvertito.

Da parte sua, il portavoce del movimento Kataib Hezbollah in Iraq, Jafar al-Huseini, ha ricordato che i combattenti iracheni continueranno ad attaccare le basi nemiche finché il popolo palestinese non otterrà la vittoria a Gaza.

“[Gli attacchi] continueranno fino a quando la brutale macchina di morte [israeliana] [contro Gaza] appoggiata dagli Stati Uniti non sarà fermata e l’intero blocco sarà revocato. Questa è la promessa della libertà”, ha scritto Al-Huseini sulla sua pagina personale sul social network X.

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin aveva dichiarato, precedentemente, in risposta all'attacco con missili balistici alla base di Ain al-Asad nell'Iraq occidentale che ha lasciato feriti diversi soldati americani, che le posizioni di Kataib Hezbollah sarebbero state attaccate.

I gruppi iracheni, dal loro canto, hanno ribadito la loro determinazione a continuare gli attacchi contro obiettivi americani e israeliani nell'area come parte del loro sostegno ai palestinesi di Gaza.

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