Giorgio Cremaschi: "Anche sul Venezuela, niente è più reazionario, guerrafondaio e bugiardo di Repubblica"


Prosegue il ciclo di interviste dell'AntiDiplomatico sul voto di ieri in Venezuela. Abbiamo rivolto alcune domande a Giorgio Cremaschi (Eurostop), ex Segretario Fiom.


L'intervista



Otto milioni di venezuelani che hanno mostrato al mondo la loro volontà di pace sembrano invisibili oggi. Com'è possibile?

Il primo commento è che è stata una grande dimostrazione di forza e di vitalità da parte del popolo bolivariano. Nel momento del bisogno, nel momento dell’attacco più duro della Cia, come ha ammesso lo stesso direttore Pompeo recentemente, il popolo venezuelano ha reagito con un coraggio enorme. Si perché il voto di ieri era pericoloso, tra violenze assedi ai seggi e terrorismo vario delle destre ci voleva un gran coraggio ieri. E il popolo ha mandato un messaggio al mondo fortissimo totalmente censurato dalla stampa occidentale. Sulle cifre è importante sottolineare che sicuramente ieri hanno partecipato anche elettori dell’opposizione che vogliono la pace e si ribellano alla violenza delle destre, ma è chiaro che si è trattata di una grande affermazione per il Governo. Era un referendum su Maduro. E Maduro ha vinto. Rispetto i 5 milioni e seicento mila voti delle elezioni parlamentari di dicembre del 2015, gli oltre otto milioni di ieri dimostrano che le forze del chavismo si stanno ricompattando.


La violenza e il terrorismo è stato quindi un boomerang per le destre?

Si. Cercavano di ottenere un risultato immediato come fu per il colpo di stato in Cile contro Allende. Ma il governo ha resistito e le famiglie erano esauste, anche quelle che avevano votato questa coalizione di opposizione. La decisione di Maduro di tornare al potere originario, al popolo, convocando tutti alla Costituente per la pace e il dialogo li ha spiazzati. E’ stata un’ottima mossa politica. La gente si è stufata di vivere nel terrore generato da questi fascisti. E, poi, tra il Socialismo del XXI° secolo, con tutti i limiti e gli errori, e i Pinochet del XXI° Secolo il popolo venezuelano non poteva che scegliere il primo.


Che insegnamenti trarre dall’esperienza del Venezuela di queste settimane?

Ci sono due punti che secondo me vanno analizzati nel dettaglio. Il primo è che il Venezuela è un grande paese petrolifero. Anzi è il paese che ha al suo interno le maggiori riserve petrolifere del mondo. E come per Iraq, Libia e Siria, per citare i casi recenti, la “democrazia” e i “diritti umani” che muovono l’occidente puzzano terribilmente di petrolio. Il secondo punto riguarda i livelli alla Goebbels toccati dai media nostrani. Ormai oltre anche il senso del ridicolo. Faccio solo l’ultimo esempio tra le centinaia possibili. Il più recente. Ascoltavo il Tg La 7 ieri, ma varrà per tutti gli altri telegiornali non lo dubito, ho letto sempre ieri su il Fatto Quotidiano, ma varrà anche per tutti gli altri giornali non lo dubito, che il giovane candidato alla Costituente giustiziato dalle squadracce di fascisti fosse “dell’opposizione”. Ora i media in questione sono gli stessi che per settimane hanno cercato di giustificare il fatto che l’opposizione non accettasse l’invito alla pace e al dialogo di Maduro perché la Costituente era una “frode”. E poi il candidato ucciso era dell’opposizione? Capite l’ignoranza e la mala fede. Chiaramente il candidato morto era chavista, ma il tutto si perde nella propaganda di questi giorni.


Quali sono gli interessi che muovono i media contro il Venezuela in quest’attacco?

Su questo vorrei dire una cosa in più: anche ai tempi di Allende, il paragone chiaramente più pertinente per il tentativo di golpe in atto contro il Venezuela, i media agirono come canalizzatore delle forze (Cia in particolare) che portarono il dittatore Pinochet al potere. Ma mai raggiungendo i livelli inquietanti delle menzogne contro il Venezuela di questo periodo. Se aprite in questo momento in piena evidenza su Repubblica c’è esattamente il contrario di quello che è accaduto ieri. Non una versione che esprime un’opinione difforme. No, l’esatto contrario. Oggi, del resto, per quanto ci si sforzi a destra, niente è più reazionario, guerrafondaio e bugiardo di Repubblica. Nulla più del giornale di Scalfari è più servile nel portare avanti i famigerati “interessi occidentali”. E poi sull’informazione come non concludere sull’indegno comportamento di un giornale che si autodefinisce ancora comunista e censura l’unica voce sulla carta stampata che dava sul Venezuela una visione diversa, alternativa al mainstream, Geraldina Colotti. Non possono esistere visioni diverse? Può esistere l’unico telegiornale e l’unico giornale in questo paesi? E la chiamiamo democrazia? Siamo noi che possiamo dare lezioni di democrazia in giro per il mondo? Rispondiamo a queste domande sul nostro paese prima di ergerci a moralizzatori di quello che avviene a migliaia di chilometri di distanza.

Alessandro Bianchi

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