Portone circolo PD bruciato a Ostia Antica, G. Zannola: "Hanno colpito una casa della città"



Dopo la manifestazione contro le mafie, contro il fascismo e per la libertà di stampa, indetta da Libera e Fnsi in seguito all’aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi e all’operatore Edoardo Anselmi da parte di Roberto Spada, a Ostia è avvenuto un altro fatto grave e di intimidazione: il portone del circolo Pd di via Gesualdo, a Ostia Antica, è stato bruciato nella notte di giovedì. Aldilà di ogni discussione possibile sui contenuti politici, quando vengono colpite le Sezioni di un partito, sopratutto se storicamente legate al movimento operaio e democratico, non si può che esprimere con forza piena solidarietà contro il fascismo dilagante nel nostro paese. Ed è questo che abbiamo espresso come redazione a Giovanni Zannola, ex Consigliere del X municipio e uno dei punti di riferimenti storici del Partito Democratico a Ostia, che ha risposto ad alcune nostre domande sul futuro del Municipio che si appresta a finire il periodo di commissariamento.


L'Intervista


Come ha reagito alla notizia?

La notizia mi ha colpito profondamente. Prima di tutto perchè ho riattraversato un brutto episodio simile vissuto sulla mia pelle 2 anni fa. Poi, perchè quel luogo, il circolo del partito democratico di Ostia Antica, è per me una casa della città. Un luogo “sacro” dove ho trascorso e trascorro ancora parte del mio tempo. Un luogo dove ho imparato molto; penso al dialogo come strumento di condivisione e di crescita,penso alla partecipazione e l’impegno come scelta di rafforzamento della democrazia e miglioramento del territorio dove sono nato; penso a quanti bellissimi momenti ho vissuto li dentro sognando di cambiare davvero le cose.
Per questo, vederlo colpito mi ha sinceramente ferito. Uno spazio di partecipazione, a qualsiasi partito o soggetto associativo appartenga, è un presidio di democrazia e condivisione; e se qualcuno sente il bisogno di colpirlo in gioco non c’è solo l’attacco ad un partito, ma il tentativo di condizionare la libertà di esprimersi, di riunirsi, di partecipare alla vita pubblica.



Perché solo ora sembra emergere il problema mafia e fascismo a Ostia?

Nel 2005, ero Segretario della Sinistra Giovanile Pier Paolo Pasolini del X Municipio e organizzammo iniziative sul tema delle infiltrazioni mafiose sul territorio. Parlavamo di slot machines e usura. Sinceramente non pensavo che il fenomeno criminale avesse dei connotati così complessi come penso oggi, ma ricordo benissimo che non tutti coloro ai quali ci rivolgevamo consideravano valide ed utili le nostre battaglie. Credo che non sia stata solo questione di omertà. C’è stata e continua ad esserci una sottovalutazione del fenomeno criminale e, ahimè, nel peggiore dei casi è emersa spesso una silenziosa accettazione del tessuto infiltrato, perchè il funzionamento dell’economia locale non era messo in discussione, ma anzi si rafforzava. E rispetto agli anni 70, le strade della città erano molto più sicure.
Non so se concordato o meno; non so se davvero sia esistito, ma ho spesso avuto l’impressione di vivere un territorio dove un patto tacito e non tra il potere, gli interessi e le istituzioni fosse stato trovato generando una omeostasi tale per cui la vita scorreva serena per tutti.



Dopo il commissariamento come può ripartire il territorio di Ostia?

Il territorio riparte se lo stato decide di investire e valorizzare le straordinarie bellezze che caratterizzano il X Municipio. Penso ad Ostia Antica, al Tevere, alla pineta di Castel Fusano, a Tor San Michele, la spiaggia di Castel Porziano, il Parco Pier Pasolini etc etc etc. Penso anche alle tante esperienze associative virtuose che da anni investono il loro tempo nel progettare e costruire un territorio migliore. Il X municipio può ripartire se il Comune, la Regione ed il Governo fanno uno sforzo reale in termini di investimento di risorse per potenziare i servizi sociali lì dove le marginalità e le fragilità dilagano; luoghi in cui si insedia il 'welfare' alternativo delle mafie ed il fascismo. Il territorio riparte se le forze politiche, i movimenti e le esperienze civiche che concorrono a rappresentare le istituzioni mettono in campo le energie migliori. Se quest’ultime rinunciano alla ricerca assoluta del “consenso a tutti i costi” per inseguire progettazione, visioni e valori. Il territorio riparte se i cittadini scelgono le persone migliori attraverso l’unico grande strumento di cambiamento possibile: le urne.

La Redazione

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