Prof. Vasapollo sulle elezioni in Venezuela: "Una lezione di democrazia e sovranità al resto del mondo."


Nonostante la guerra economica, psicologia e mediatica, Nicolas Maduro ha vinto nettamente le elezioni presidenziali di domenica 20 maggio, ottenendo un secondo mandato presidenziale con oltre 5,8 milioni di voti. Lo ha annunciato il Consiglio nazionale elettorale (CNE) nella tarda sera di domenica. Con il 92,6% dei voti contati, Maduro ha ottenuto 5,8 milioni di voti, mentre il suo rivale, l'ex governatore Henri Falcón, ha ottenuto 1,8 milioni di voti. Il presidente del CNE Tibisay Lucena, nel suo discorso alla nazione, ha anche aggiunto che 8,6 milioni di venezuelani (circa il 47%) si sono recati alle urne, su un totale del registro elettorale di 20,5 milioni di persone. Come detto si tratta del 92,6% dei voti scrutinati e quindi il dato aumenterà nelle prossime ore.

"Siamo la forza della storia trasformata in vittoria popolare." Sono state le prime parole di Maduro ai suoi sostenitori dopo l'annuncio del CNE. "Grazie per aver saputo affrontare tante aggressioni e bugie, grazie per averlo superato e per avermi fatto diventare presidente del Venezuela per il prossimo mandato." "Esigo il rispetto per tutto il popolo venezuelano, sono il presidente di tutti i venezuelani, chiedo un processo di dialogo, il dialogo permanente è ciò di cui ha bisogno il Venezuela". Con queste parole di Maduro si comprende bene quanto escano sconfitti gli “interventisti umanitari” degli Sati Uniti e dell’Unione Europea umiliati persino dal moderato ex premier spagnolo Zapatero a Caracas come osservatore internazionale.

Come Antidiplomatico abbiamo avuto modo di sentire telefonicamente nuovamente il Prof. Luciano Vasapollo che, insieme a Rita Martufi, si trova a Caracas in rappresentanza del Capitolo Italiano degli intellettuali in Difesa dell'umanità. Vasapollo ci ha confermato l’importanza del voto di ieri per un popolo, quello venezuelano, sempre più consapevole ormai di rappresentare un modello di riferimento alle ingiustizie di questo mondo. “Voglio riprendere le parole con cui Maduro ha chiuso il suo discorso della vittoria: All'impero, dico: devi sapere che il Venezuela è la garanzia della stabilità sociale e politica nella regione. E’ un errore grave cercare di destabilizzare il Venezuela.’ Ed è proprio così lo vediamo con il Brasile del golpista Temer, nell’Argentina di Macri e laddove l’imperialismo con golpe più o meno blandi sta portando nuovamente la scure del neo-liberismo. Oggi il Venezuela di Maduro è il perno della stabilità regionale. Che cosa ha fatto Maduro subito dopo l'annuncio della vittoria? Ha aperto un dialogo permanente con l'opposizione. Tutta l'opposizione anche quella che ha boicottato le elezioni per dare impulso all'interventismo degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. A tutta l'opposizione anche quella che ha organizzato due colpi di stato violenti contro di lui nel 2014 e 2017 noti come Guarimbas.”


Nonostante il Consiglio elettorale nazionale (CNE) sia stato assistito da 150 osservatori internazionali di 30 paesi diversi e alla presenza di diverse organizzazioni internazionali, l’Unione Europea non riconoscerà il voto e la stampa italiana è già impegnata a delegittimare la tornata elettorale prendendo a riferimento il dato delle astensioni. “A costoro rispondo di ascoltare non le mie parole, ma quelle di Jose Luis Rodriguez Zapatero, ex primo ministro spagnolo moderato non certo un chavista. Ma da persona onesta intellettualmente e come osservatore internazionale, ruolo che l'Unione Europea invitata formalmante da Caracas non ha voluto fare per paura di di dover dire la verità forse. Ecco Zapatero ha definito 'incomprensibile' l'atteggiamento dell'Unione Europea e ha ribadito la totale trasparenza e validità del voto. Ascoltate con attenzione le sue parole e avrete la sintesi della vergogna che oggi rappresenta l’Ue. Sul livello della stampa italiana che si limita a fare copia e incolla delle veline che partono dal Dipartimento di stato degli Stati Uniti non credo meriti commenti ulteriori.”


Il popolo venezuelano avrebbe potuto arrendersi alla guerra economica e alla strozzatura finanziaria dei potentati del mondo. Pensando al livello di lotta per i propri diritti, per la prpria sovranità e per l'autodeterminazione dei popoli europei sembra un miracolo che non l'abbia fatto. “Che lezione al resto del mondo. E’ stata una resistenza eroica e anche ieri dopo gli otto milioni di venezuelani che hanno sfidato il terrorismo delle destre e hanno eletto l'Assemblea Nazionale costituente nel luglio scorso abbiamo avuto una lezione di lotta per tutto il resto del mondo. In un paese sotto assedio imperialista e con la decisione di tutte le potenze mondiali di favorire la massima astensione e boicottaggio del voto, la realtà del risultato elettorale è un trionfo per il presidente operaio.”

Anche nella cosiddetta sinistra europea, tuttavia, Maduro viene dipinto come un "autocrate che sta affamando il popolo", come colui che “ha fallito nell’eredità di Chavez”. “Agli scettici per professione, a coloro che vogliono insegnare a fare le rivoluzioni negli altri paesi e nei propri vengono espropriati, senza che muovano un dito, dei loro diritti, delle risorse e dignità voglio solo dire che dovrebbero iniziare a studiare i rapporti di forza con cui si è scontrato il presidente Maduro negli ultimi anni. I prezzi del petrolio non sono quelli dell'epoca di Chavez. L'America Latina non è quella di Chavez che aveva dalla sua Evo, Correa, Lula, Kirchner, Mujica e tutto un continente che spezzava le catene del Fondo Monetario Internazionale. In questo contesto geopolitico attuale, Maduro sta compiendo un miracolo e il popolo anche per questo ieri l'ha premiato. Certo il dato dell'astensione poteva essere minore, non come quello a cui siamo abituati nell'occidente democratico per intenderci. Ma non c ‘è un altro paese al mondo che ha subito negli ultimi anni una così feroce guerra imperialista con attentati terroristici continui, guerriglia di fascisti e mercenari con centinaia di morti, guerra economica con incetta e sparizione dei beni di prima necessità portati dai mercenari sul mercato nero o in Colombia e dollarizzati; iper inflazione indotta da speculazione monetaria e sul cambio creata e manipolata internazionalmente; un blocco commerciale e finanziario internazionale infame e tremendo pari solo a quello imposto a Cuba; una guerra psicologica sul popolo e una guerra massmediatoca terrorista sia sul piano interno sia internazionale.”


E’ stato un voto per la sovranità e l’autodeterminazione di un popolo che dovrà affrontare nel futuro prossimo ulteriori sacrifici perché la morsa dei potentati finanziari del mondo non si arrenderà, anzi. “La resistenza e la rivoluzione continua con nuova forza per le sfide del futuro che non saranno meno complicate. Ma ieri il popolo del Venezuela ha mandato un messaggio chiaro al mondo: NOI NON CI ARRENDIAMO. E ti prego di sottolinearlo più volte. Noi non ci arrendiamo. E ora che fare? Nel nuovo mandato e in linea con quanto intrapreso dall'Assemblea Costituente si deve procedere immediatamente al rafforzamento del processo rivoluzionario a partire da una nuova fase di consolidamento delle conquiste sociali rivoluzionarie con una econmia diversificata creativa che sappia dare sempre più spazio alle socializzazioni e nazionalizzazioni e sempre meno dipendente dal petrolio e dai mercati monetari e finanziari internazionali. E per farlo bisogna partire dalla lezione di democrazia, libertà e resistenza data ieri, per l'ennesima volta, dal meraviglioso popolo venezuelano”

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