Il razzista Zaia attenta l'unità nazionale

di Francesco Maringiò, Coordinatore del Dipartimento Esteri, PCI

da https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it



Le recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Veneto sono inaccettabili e deprecabili per tre ordini prioritari di ragioni.


In primo luogo, perché dimostra tutta la sua disumanità nel continuare ad attaccare la popolazione cinese in questo momento di grande difficoltà per l’emergenza causata dalla diffusione del coronavirus, con luoghi comuni offensivi e stereotipi razzisti.


Nessuna empatia, nessuna solidarietà viene mostrata da Zaia e da altri esponenti della Lega nei confronti della popolazione cinese, colpita dal flagello del virus, spezzando il vincolo di solidarietà umana e, anzi, alimentando lo stigma dell’untore.


Si continua così nella raffigurazione razzista dell’occidente che spiega il diffondersi di epidemie con i comportamenti umani selvaggi ed incivili: esattamente gli stessi stereotipi che hanno accompagnato per secoli le campagne coloniali dell’Occidente, giunte anche ad estendere il proprio controllo sulla Cina durante il “lungo secolo delle umiliazioni”. A quel tempo anche l’Italia aveva la sua concessione a Tianjin, come compenso per la partecipazione alla spedizione militare organizzata dall’Alleanza delle Otto Nazioni per sopprimere nel sangue la rivolta dei Boxer (1899).


In secondo luogo, è evidente che queste azioni sistematiche di incitamento all’odio nei confronti della popolazione cinese hanno un unico vero obiettivo: depotenziare e cancellare le opportunità che la cooperazione italo-cinese possono portare. E questo a pochi mesi dalla firma del Memorandum e nel pieno delle attività per celebrare il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese. Ciò facendo, questi esponenti politici mostrano di tifare apertamente contro gli interessi nazionali, mostrando il loro vero volto: campioni della lotta contro la sovranità nazionale, contro lo sviluppo economico e la piena applicazione della Carta Costituzionale che sussume il principio di uguaglianza di tutti gli uomini.


Infine, ma non meno importante, Zaia con la sua politica attenta all’unità nazionale. L’Italia affronta la prova del coronavirus con una sanità di qualità, che è stata però nel corso degli ultimi decenni colpita dalla scure dei tagli e svenduta all’interesse primario del privato ed all’egoismo particolare. La riforma di autonomia differenziata voluta dalle regioni del Nord Italia (dal centro destra, come dal centro sinistra) è il colpo di maglio all’unità nazionale ed al principio dell’uguaglianza dei cittadini e del loro diritto fondamentale alla salute. L’anarchia nella gestione dell’emergenza da parte delle regioni mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’attuazione e la tanto declamata autonomia lederebbe il principio di unità nazionale e lascerebbe la popolazione italiana priva delle tutele che faticosamente sono state conquistate in anni di lotte e sacrifici dal movimento operaio di questo paese.

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