Il nuovo mondo multipolare e il futuro delle relazioni con la Russia - Intervista al viceministro Alexander Grusko


Alexander Grusko, ex Rappresentante permanente della Russia presso la NATO e attuale vice ministro degli esteri della Federazione russa, era a Samarcanda per il XVI° Forum di Verona organizzato dall'Associazione Eurasia.

Sara Reginella lo ha intervistato in esclusiva per l'AntiDiplomatico.

"Se i paesi dell’Unione Europea vogliono affermarsi come uno dei poli nel nuovo mondo multipolare già formato, devono porsi la questione strategica di come vedono le relazioni con la Russia. Se vogliono diventare uno dei poli, nell'interesse dell'Europa e dei popoli europei, ovviamente, devono essere interessati a mantenere relazioni normali e sane con la Russia", ha affermato il viceministro nel corso dell'intervista.

Sulla totale inefficacia delle sanzioni Ue contro la Federazione russa - "Beh, non conosco personalmente gente che soffra molto a causa delle sanzioni, ma parlando in generale, solo quest'anno i redditi dei russi sono aumentati del 7%" - il viceministro ricorda i dati disastrosi per i paesi membri. "Vorrei sottolineare ancora una volta che se parliamo delle perdite totali dell'Unione europea, ci riferiamo a circa un trilione e mezzo. Allo stesso tempo, se si guarda alla tendenza globale, la quota dell’Unione Europea nel PIL globale è diminuita di circa sette punti negli ultimi 15 anni. Questa tendenza continuerà, si rinuncerà volontariamente alla risorsa principale su cui si basa non solo il benessere economico dell’Europa, ma anche la crescita economica."

Sul futuro delle relazioni con l'Italia Grusko ha utilizzato queste parole. "Naturalmente, i legami russo-italiani si basano su una storia profonda, sui sentimenti e sulle simpatie tra i popoli. Penso che questo aspetto sia rimasto e come ha detto il nostro presidente, non abbiamo popoli ostili, abbiamo paesi ostili e, ovviamente, crediamo che le relazioni tra le persone debbano rimanere così come sono e continuare a basarsi su quei sentimenti, costruiti sulle fondamenta gettate dai nostri predecessori."


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