Sono i MINT i nuovi giganti economici del futuro?

di Ludovica Morselli

Quasi 15 anni fa emergevano i famosi BRICS sconvolgendo l’opinione pubblica su come fosse possibile che quegli stati un po’ arretrati, fino a qualche decennio prima considerati terzo mondo fossero riusciti ad arrivare in vetta dell’economia globale. Oggi la storia si ripete, ma ora parliamo di MINT. Si tratta di Messico, Indonesia, Nigeria, Turchia.
Se guardiamo al loro PIL del 2012 non c’è niente di così sconvolgente: il Messico è al 14° posto nella classifica subito dopo la Spagna e prima dell’Olanda, Indonesia e Turchia al 16° e 17° posto mentre la Nigeria addirittura al 39° posto. Quello che però colpisce sono le previsioni al 2050. Goldman Sachs prevede che Messico e Indonesia saliranno rispettivamente al 9° e al 10° posto sopra a Regno Unito, Francia, Germania; Nigeria e Turchia al 13° e 14° posto - se ve lo state chiedendo l’Italia nel 2050 sarà al 17° posto per produzione in termini di PIL lasciando il 9° posto del 2012. Risultati davvero impressionanti e allora sorge spontaneo chiedersi che cosa hanno di tanto speciale, perché proprio questi 4 paesi?
Intanto hanno una popolazione molto numerosa e fino al 2050 sarà tutta manodopera a disposizione, inoltre la loro posizione geografica costituisce un grosso vantaggio: la vicinanza del Messico sia agli USA che all’America Latina garantirà un ampio accesso a mercati diversi, lo stesso vale per l’Indonesia che si trova nel cuore del Sud-est asiatico e anche vicina alla Cina; la Turchia è alle porte dell’Est e dell’Ovest. Tutti tranne la Turchia, inoltre, sono grandi produttori di merci a differenza dei BRICS, dove questa posizione la occupano solo Brasile e Russia.

Per il Messico, l’economista Jim O’Neill (colui che ha coniato il termine BRIC) ha commentato alla Bbc che: “Se pensavate che Maggie Thatcher fosse quella delle riforme serie, dovreste guardare a questi ragazzi che la fanno sembrare un gattino in confronto. Stanno riformando tutto: dalla scuola, alle politiche energetiche a quelle fiscali, alle istituzioni in sé”. A Jakarta è in costruzione il primo punto vendita IKEA del paese dando lavoro a centinaia di operai e dimostrando come il paese sia un’importante destinazione di investimenti, e l’economia indonesiana è cresciuta del 6,5% negli ultimi tre anni, una velocità di crescita che non si vedeva dal 1996.
Il problema è che c'è l’abitudine dei media di mettere eccessiva enfasi su questi risultati, dimenticando come tutti e 4 condividono limiti fondamentali di corruzione, di costi dell’energia e di mancanza di infrastrutture. Sicuramente sentiremo molto parlare di questi nuovi paesi emergenti, anche se la strada per arrivare alla vetta dell’economia globale è ancora molto lunga e piena di ostacoli.

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