Nicaragua: gruppi violenti dell'opposizione sequestrano e torturano fino alla morte agente di Polizia

Nella narrazione tossica del mainstream in Nicaragua vi sarebbe un governo che reprime brutalmente manifestazioni pacifiche. O al massimo reazioni violente all’azione sanguinaria di forze di polizia e gruppi paramilitari afferenti al sandinismo. Così come accaduto in Venezuela la realtà sul campo è molto differente rispetto a quel che viene raccontato dai media internazionali. Che a Managua, così come a Caracas, tirano la volata al golpe.


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L’ennesima testimonianza della cieca violenza dei gruppi di opposizione al governo sandinista di Daniel Ortega giunge dalla comunità indigena di Monimbó, nella città di Masaya, circa 25 chilometri a sud-est della capitale Managua, dove un agente di polizia e stato torturato fino alla morte. Successivamente il corpo è stato gettato in strada e lì incenerito.

Gabriel Vado Ruiz, così si chiamava l’agente ucciso, un giovane agente di appena 23 anni è stato sequestrato il 14 luglio, dopo aver lasciato la sua famiglia nella città di Jinotepe, nella regione meridionale. Informa attraverso una nota di stampa la Polizia del Nicaragua.

Il bollettino informa che dopo il rapimento, l’agente è stato torturato fino alla morte in maniera brutale. L’avvenimento criminale è stato realizzato nel quadro di una presunta giornata di protesta da parte di settori dell'opposizione nicaraguense, che chiede le dimissioni di Daniel Ortega, recentemente rieletto presidente con un sostegno popolare di oltre il 60% dei voti.

Intanto l’informazione in Italia continua a raccontare che in Nicaragua il governo sta duramente sedando con la violenza più bieca quella che viene definita una rivolta popolare praticamente non violenta. Qualcosa di assolutamente lontano dalla realtà.



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