Nel discorso tenuto alla nazione dopo l’attentato con droni carichi di esplosivo C4 che aveva come obiettivo la sua uccisione, il presidente venezuelano Maduro aveva immediatamente puntato il dito contro la vicina Colombia, vero e proprio avamposto NATO in America Latina.
«I primi elementi di investigazione indicano Bogotà», aveva denunciato Maduro, chiamando poi in causa il presidente colombiano Juan Manuel Santos, in combutta con l’estrema destra venezuelana e colombiana.
Ulteriori elementi in tal senso arrivano dagli ultimi sviluppi delle indagini volte ad appurare gli esecutori materiali e i mandanti dell’attentato. In un video pubblicato su Twitter poco prima della mezzanotte di lunedì 6 agosto, il presidente Maduro, afferma senza troppi giri di parole che «è chiaro e vi sono prove sufficienti sulla partecipazione del governo uscente colombiano di Juan Manuel Santos» al fallito attentato con i droni carichi di esplosivo.
Informo al pueblo de Venezuela que seguimos trabajando en las investigaciones del Magnicidio en Grado de Frustración. En las próximas horas estaré presentando pruebas contundentes de la vinculación que tiene la oligarquía colombiana con los hechos de la Av. Bolívar. pic.twitter.com/Dt9eysTPI6
— Nicolás Maduro (@NicolasMaduro) 7 agosto 2018
«Abbiamo individuato la posizione, il nome del luogo è Chinácota, a nord di Santander, dove i terroristi sono stati istruiti da addestratori colombiani», spiega Maduro.
San Juan Bautista de Chinácota, informa Alba Ciudad, è un comune colombiano con una popolazione di 15 mila abitanti, situato a 45 chilometri da Cúcuta. La città di frontiera tra Colombia e Venezuela crocevia dei traffici delle mafie che contrabbandano i prodotti di prima necessità venezuelani e la benzina che Caracas vende praticamente a costo zero.
«Tutti gli autori materiali sono stati catturati - afferma Maduro - adesso stiamo lavorando sugli autori intellettuali. Il nostro popolo chiede giustizia contro i terroristi! Giustizia!».
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