Regno Unito: il Labour di Corbyn ha riportato le nazionalizzazioni al centro della scena politica



di George Eaton - NewStatesman

Per decenni la nazionalizzazione è stata un argomento tabù nella politica britannica. Il New Labour ha accettato tutte le privatizzazioni di Margaret Thatcher e ha anche esteso il mercato a nuovi ambiti (come il controllo del traffico aereo e la Royal Mail).

Ma dopo l'inizio della crisi finanziaria mondiale, lo Stato fu destato dal suo sonno. Dopo aver tentato e non trovando un acquirente accettabile per Northern Rock, il governo Brown decide di portare la banca tra le proprietà pubbliche. Sebbene il Primo Ministro abbia fatto il passo in termini puramente pragmatici, il tabù sull'intervento statale era stato rotto. Nell'ottobre 2008, Brown eseguì un atto che sarebbe stato impensabile solo pochi anni prima: la nazionalizzazione dei vertici del settore bancario (incluso l'81 per cento della Royal Bank of Scotland e il 43 per cento di Lloyds).

La proprietà pubblica, tuttavia, era ancora presentata come una misura temporanea, piuttosto che una cura. Il successore di Brown, Ed Miliband, fece poco per sfidare questa nozione, anche se si impegnò a dare allo Stato il diritto di chiedere di prendere in consegna le concessioni ferroviarie scadute (la più malvagia delle privatizzazioni dei conservatori).

Jeremy Corbyn, al contrario, ha reso la nazionalizzazione centrale nel suo progetto economico. Come dichiarato dal ministro dell’Economia ombra John McDonnell nel suo discorso alla Labour Conference: «Ferrovie, acqua, energia, poste - stiamo per riportarli sotto controllo pubblico».

I conservatori denigrano la nazionalizzazione definendola regressiva. Ma gli elettori del Labour sostengono l’intervento dello Stato. Un sondaggio condotto dal Legatum Institute and Populus ha reso noto che sono a favore della proprietà pubblica di acqua (83%), elettricità (77%), gas (77%), e ferrovie (76%). I votanti Labour sono stanchi del servizio scadente e degli eccessivi prezzi che caratterizzano molte aziende private.

Gli oppositori della nazionalizzazione sostengono che sarebbe ‘insostenibile’. McDonnell, tuttavia, ha suggerito che il Labour potrebbe acquisire beni pubblici scambiando le azioni con obbligazioni statali (con lo Stato che guadagna nuovi flussi di entrate). Nel caso della ferrovia, avrebbe progressivamente rinazionalizzato il servizio alla scadenza delle concessioni.

In una relazione del 2017, Modelli Alternativi di Proprietà, il ministro dell’Economia ombra segnalava: «La proprietà nazionale di alcune industrie promuove la pianificazione a lungo termine dell'economia, aiuta a modernizzare le infrastrutture, a migliorare qualità sanitaria e assistenza sociale e combattere il cambiamento climatico».

Sulle accuse allo Stato di essere inefficiente: «Esempi in tutto il mondo indicano un contributo positivo dalla proprietà nazionale, ma in UK la titolarità nazionale tendeva ad essere eccessivamente centralizzata, con il potere nelle mani di una élite privata e aziendale. Per migliorare la proprietà nazionale nel Regno Unito occorre adottare misure per aumentare il controllo democratico della proprietà statale».

«Molti dei problemi tipicamente attribuiti ad enti di proprietà statale, organizzazioni complesse che possono essere eccessivamente burocratiche e soggette a manovre per favorire interessi particolari, sono altrettanto validi per le grandi società private» ha spiegato McDonnell. «Infatti, è stato sostenuto che le imprese statali che hanno strutture di governance aziendali efficaci per rappresentare interessi diversi potrebbero essere meno suscettibili alla cosiddetta ‘cattura per gli interessi particolari’ rispetto alle società private con azionisti dispersi.

Dopo decenni in cui ha dominato il mercato - con scarsi ritorni - gli elettori sono pronti a richiamare il Leviatano dalle profondità.


(Traduzione dall'inglese per l'AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

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