Caso Skripal e la fantomatica "solidarietà atlantica": l’insostenibile leggerezza della diplomazia italiana

di Lorenzo Ferrazzano - Gliindifferenti

Anche il governo italiano ha deciso di espellere due diplomatici russi, accodandosi a capo chino alla rottura diplomatica dell'intero Occidente contro Mosca. Un governo senza faccia, senza voce, senza occhi, inesistente, messo lì a ripetere le parole del capoclasse. Dov'era la solidarietà atlantica quando veniva ammazzato al Cairo Giulio Regeni o quando le navi dell'ENI venivano fermate da Erdogan a largo di Cipro?


Il 4 marzo a Salisbury veniva avvelenato con il gas nervino l’ex spia russa Sergei Skripal. Immediate le reazioni della premier britannica Theresa May, che senza aver ancora capito cosa fosse successo, prima che le indagini si fossero concluse, aveva già tenuto un focoso discorso in Parlamento in cui dichiarava che i colpevoli erano i russi.


Rapide anche le reazioni delle autorità russe, che hanno prima irriso e poi condannato le dichiarazioni della May, forse sottovalutando, in un primissimo momento, la gravità delle intenzioni della premier britannica. La sostanza delle dichiarazioni del Cremlino si basava su un assunto: dovete mostrare le prove per accusarci.


Ad oggi le prove non sono state ancora mostrate, ma questo sembra interessare ben poco il governo britannico che ha lanciato un ultimatum all’ambasciatore russo a Londra con cui lo si obbligava a mostrare le prove dell’innocenza della Russia riguardo al caso Skripal. Le condizioni dell’ultimatum prevedevano che, scadute le 24 ore, sarebbero state imposte delle manovre politiche contro la Federazione Russa. Si è arrivati al paradosso politico per cui la Russia deve dimostrare le prove della propria innocenza, mentre il Regno Unito non ha l’obbligo di mostrare le prove dell’accusa.


Scaduto il tempo Theresa May, ancora senza uno straccio di prova, torna a parlare in Parlamento presentando una serie di misure politiche da adottare contro la Russia, tra cui il rafforzamento dei controlli nei confronti dei russi negli aeroporti e alle dogane, il congelamento dei rapporti istituzionali, l’espulsione di 23 diplomatici russi e il boicottaggio dei mondiali di calcio che si terranno quest’anno in Russia.


Quest’ultima minaccia, che sembrava più leggera rispetto alle altre misure, si è rivelata essere al contrario la sanzione più efficace. Qui le dichiarazioni iniziano ad essere deliranti e irrispettose della dignità dell’opinione pubblica. Tra le calunnie, il Ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha paragonato i mondiali di calcio di Putin alle olimpiadi di Hitler del 1936, dichiarando che Putin, in quanto dittatore crudele, abbia progettato di ospitare i mondiali nel suo Paese per rilanciare la sua immagine nel mondo, dimostrando di essere chi in realtà non è, cosi da mostrare un falso volto buono nascondendo il suo vero volto malvagio.


La diplomazia internazionale ha cominciato a stringersi attorno alla May, offrendo solidarietà per il caso Skripal. Gli Stati Occidentali hanno dimostrato la “solidarietà atlantica” espellendo a loro volta i diplomatici russi dal loro Paese: Gli Stati Uniti di Trump, ancora scosso per il finto Russiagate, ha espulso 60 diplomatici russi dal suolo americano; l’Ucraina, che preme per entrare nella NATO, ha espulso 13 diplomatici; Germania, Francia, Repubblica ceca e Polonia ne hanno espulsi 4; Lituania, Lettonia, Norvegia e Svezia ne hanno espulsi 3; Olanda, Danimarca, Albania e Italia ne hanno espulsi 2.


In Italia è stato il governo in uscita di Gentiloni ad approvare l’espulsione. Come possiamo accettare che un governo disastrato e bocciato alle urne come il governo Gentiloni tagli i nostri rapporti diplomatici con un Paese amico come la Russia? Dove ci vogliono portare? L’inconsistenza del nostro governo si fa sentire tutta nei rapporti con la Russia: già con le sanzioni seguite all’annessione della Crimea, il governo PD non ha pronunciato una parola, anche se le sanzioni contro la Russia costano al bilancio italiano 5 miliardi di euro all’anno, che si perdono in commerci strozzati.


Gli unici che si sono ribellati all’espulsione dei diplomatici russi sono stati Salvini e Meloni. Il partito antiestablishment, i pentastellati che dovevano ribaltare il mondo senza compromessi, non hanno espresso una parola. Di Maio è un candidato premier, è mai possibile che non riesca a prendere una posizione su questa crisi epocale? Davvero il dibattito pubblico italiano, a un passo dalla guerra contro una potenza nucleare, si basa esclusivamente sul viaggio in autobus di Roberto Fico?


Ognuno ha il governo che si merita? Io non credo che i disoccupati italiani si meritino questi governi, non credo che gli italiani si meritino questa picconata alle spalle. La verità è che l’Italia non ha alternative: non esiste governo che possa alzare la testa. Ormai può limitarsi a vantare solo un primato, negativo però: l’asservimento. Termino rimescolando e reinterpretando una citazione di Alberto Negri, rivolgendo la mia indignazione al Governo, a prescindere da quale sarà, preso nella sua Astrazione, colto come un’Idea: “per comandare bisogna prima obbedire”.


FONTE:
https://glindifferenti.it/caso-skripal-solidarieta-atlantica-linsostenibile-leggerezza-della-diplomazia-italiana/707/


Un caro saluto

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