"200 euro se ringrazi la Russia". Repubblica signori si è ridotta a articoli come questo


È l’ultima spiaggia dell’”informazione” mainstream: “denunciare” le bufale per promuoverle. Il tutto nella pretesa di garantirsi una qualche patina di rispettabilità sperando, nel contempo, di raccattare qualche soldo con i like.

Lo fa Repubblica con l’articolo intitolato "200 euro se ringrazi la Russia per gli aiuti": quello strano arruolamento su WhatsApp" che, pur adombrando qualche incongruenza in una simile campagna mediatica, da credito ad un messaggio che sarebbe arrivato ad un anonimo cittadino italiano: "Hanno bisogno di 15 italiani che dicano qualcosa di buono sugli aiuti umanitari russi (per il loro impegno contro il Coronavirus). I video devono poi essere postati su Twitter, Facebook o Instagram. Meglio video o testi con foto, ma per i video pagano 200 euro, per il testo danno meno."

Altra “prova” documentata da Repubblica, l’intervista ad una non meglio precisata ragazza che in un video su WhatsApp aveva ringraziato la Russia per gli aiuti: "È stato un mio amico a propormi di fare il video. Mi ha detto che lo pagano, e che a me girerà 20 euro a clip"."

Ma la cosa più irritante dell’articolo è quanto scritto dopo da Repubblica: ”Una richiesta, come detto, davvero curiosa. E non solo per quella promessa di una ricompensa in denaro. Se davvero dietro ci fosse un mezzo di informazione, che senso avrebbe pagare qualcuno per recitare un attestato di stima fasullo e poi chiedergli di metterlo sulle proprie pagine social? Quale giornale, o testata televisiva, lo farebbe?”

Già, ma allora, perché Repubblica scrive su un articolo su questa buffonata?

E perché, dopo aver pubblicato la dichiarazione dell’ambasciata russa (che parla di provocazione e che evidenzia come ogni giorno ricevano ogni giorno centinaia di chiamate, lettere e commenti di gratitudine da parte di identificabili cittadini, sindaci, governatori di regioni, politici, imprenditori) si sente in dovere di aggiungere considerazioni come queste? : “Siamo probabilmente di fronte a uno dei mille espedienti della propaganda, che fanno uso dei social network e della finta spontaneità di video imboccati e postati in rete per difendere l'immagine macchiata di uno Stato estero” oppure “È prematuro sostenere che la campagna dei 200 euro a video faccia parte di una strategia studiata a tavolino dalla macchina del consenso, però il sospetto rimane."

Davvero deprimente quello che deve fare Repubblica & tutta la stampa mainstream per arginare il crollo dei lettori.

Francesco Santoianni

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