La bufala dell'"accordo" sul fentanyl e le nuove guerre dell'oppio

02 Gennaio 2024 09:00 Francesco Santoianni


di Francesco Santoianni


2024: sarà l’anno del tormentone sugli oppioidi, droghe di sintesi molto più potenti dell’eroina e dei derivati dell’oppio, ormai introvabile dopo l’eradicazione delle coltivazioni di papavero imposta in Afghanistan dai talebani. Un tormentone, questo degli oppioidi, già lanciato da una colossale fake: il fantomatico ”accordo”, che, secondo i media di regime, sarebbe stato siglato il 16 novembre a San Francisco da Biden e dal suo omologo cinese Xi Jinping; accordo che impegnerebbe la Cina a non favorire più la produzione di oppioidi: che, tramite la mafia messicana vengono spacciate negli USA producendo un’ecatombe (nel 2022, tremila morti nella sola New York)

Ma andiamo per ordine.

Intanto, a San Francisco, l’unico accordo stipulato riguarda il ripristino di una “red line” tra i vertici militari cinesi e statunitensi (interrotta nell’agosto 2022) e l’istituzione di innumerevoli e informali tavoli di lavoro per analizzare una serie di questioni (inclusa quella degli oppioidi). Poi non è vero che gli oppioidi, smerciati negli USA dalla mafia messicana, vengono prodotti con tecnologie e componenti chimici provenienti dalla Cina. Di questa bufala non si trova traccia, ad esempio, nei documenti dell’UNODC (l’Ufficio antidroga delle Nazioni unite) fino al febbraio 2023, quando, su Twitter, l’ex segretario di stato degli Stati Uniti e già direttore della CIA, Mike Pompeo, dichiarava che “la tragedia americana degli oppioidi non inizia in Messico, ma in Cina”. Una fake news subito “certificata” sui media da gente come l’idolatrato “esperto in sicurezza” Casey Fleming o da “inchieste” come quelle di Ellyptic e Chainalysis che farneticavano di loschi traffici tra Messico e Cina coordinati attraverso il famigerato dark web.

In realtà, nonostante le dichiarazioni del presidente del Messico Obrador, (verosimilmente, nella speranza di non essere più nel mirino della CIA), retate della polizia messicana nei laboratori per oppioidi hanno rivelato che le apparecchiature e componenti chimici lì presenti erano stati comprati non in Cina ma in India (anche attraverso compiacenti aziende statunitensi) senza nessuna particolare segretezza essendo i suddetti componenti e apparecchiature impiegati solitamente per la produzione di una miriade di farmaci di uso comune.

Inoltre, va detto, con buona pace di Federico Rampini, che se oggi negli Usa gli oppioidi sono la principale causa di morte tra gli under 47, la colpa non è certo della mafia messicana o delle autorità cinesi bensì della diffusione, a partire dagli anni “90, di innumerevoli Pain clinics, (cliniche per il dolore), nelle quali, nonostante le opposizioni del CDC, la somministrazione di farmaci come il il Fentanyl, (cento volte più potente della morfina) veniva e viene garantita non più ai soli pazienti oncologici ma anche a persone affette da banali dolori muscolari. Il tutto, ovviamente, con la prescrizione da parte di medici che (come i talebani del vaccino durante l’emergenza Covid) meri portavoce di quello che dichiaravano le aziende farmaceutiche, in primo luogo che gli oppioidi non producevano assuefazione.

Gli scandali che sono venuti fuori (come quello della azienda Purdue Pharma che per mazzette a medici e giornalisti è stata condannata a pagare una multa di 8,3 miliardi di dollari o quello di altre aziende quali Mallinckrodt, Teva Pharmaceutical, Endo International, Allergan e Insys Therapeutics…. che pagavano tangenti ai medici per aumentare le vendite di oppioidi, hanno fatto un po’ di luce su questo lucrosissimo verminaio (denunciato anche in serie TV e film quali Painkiller, Dopesick, Pain Hustlers… ) ma non sono serviti a imporre un freno alla dissennata somministrazione di oppioidi che costituisce il primo passo per la creazione di un mercato “servito” poi dalla mafia.

E così nelle metropoli statunitensi continuano a proliferare tendopoli di zombies alla disperata ricerca di oppioidi. La più famosa, quella dell’area di Moscone Center a San Francisco; l’avevano momentaneamente smantellata per non fare sfigurare gli USA al vertice Biden- Xi Jinping. Lo ha fatto impietosamente notare il Global Times, il quotidiano del partito comunista cinese, forse come rivalsa per i dieci milioni di oppiomani che l’imperialismo ha imposto in Cina con le guerre dell’oppio.

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