Covid, Ancora credete a chi profetizzava 151 mila ricoveri in questo periodo?


di Francesco Santoianni


Ma cosa ha fatto di male Carlo Cuppini per meritarsi una tale gogna da Facebook che (come egli stesso racconta) ha inoltrato a tutti i suoi contatti che avevano osato condividere il suo post l’umiliante precisazione “Informazioni false in questo post”? Aveva semplicemente ripubblicato l’articolo di un sito titolato "La diffusione asintomatica del coronavirus è “molto rara”, afferma l’OMS".

Ma questo lo aveva già riferito Repubblica che riportava le dichiarazioni di Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell'OMS. Certo, dichiarazioni che l’OMS aveva rettificato parlando di un “fraintendimento delle dichiarazioni della Van Kerkhove”, ma alle tarantelle dell’OMS, che prima dichiara una cosa (si veda la grottesca questione dei guanti e delle mascherine) e poi la smentisce, ci siamo oramai abituati.

Ma perché i zelanti censori di Facebook si stanno accanendo contro chi sostiene che gli asintomatici da COVID solo eccezionalmente possono trasmettere il virus SARS-Cov-2? Semplice: perché se così fosse (e così è) sono da considerarsi assolutamente inutili dal punto di vista sanitario i due mesi di terroristico lockdown che nel nostro Paese hanno creato un esercito di ipocondriaci e gettato sul lastrico milioni di persone. Sarebbe bastato, invece, - come suggerivamo autorevoli studiosi, tra i quali Giulio Tarro autore del libro COVID: il virus della paura - isolare i sintomatici e far proseguire la vita normale (scuole comprese) a tutti gli altri. Ma il problema, soprattutto, in Italia è che gli studiosi vengono presentati dai media come “autorevoli” solo quando spalleggiano in TV le direttive del governo. E, non a caso, vengono spacciati ancora oggi come “autorevoli” anche gli epidemiologi che, tra l’altro, prospettavano per giugno 151.000 ricoveri in terapia intensiva o 630.000 morti se non si imponeva il ferreo lockdown che abbiamo subito. Le dichiarazioni di questi, state pur certi, non saranno mai additate come “fake”.

E neanche gli innumerevoli articoli che continuano a presentare come un cimitero paesi che non hanno imposto uno spietato lockdown, come la Svezia o la Bielorussia.


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