Draghi ci spieghi come interverrà il MES (Troika) nelle sue misure di QE


di Lidia Undiemi*
Le dichiarazioni della BCE e la reazione del presidente della Bundesbank Weidmann confermano quanto già discusso in altre occasioni: il nodo cruciale del programma di acquisti messo in campo da Draghi (e più in generale della sopravvivenza dell'Eurozona) dipende dal sostanziale commissariamento dei paesi che dovrebbero usufruirne, ai quali viene chiesto di portare a termine le “riforme”. Era e resta questa infatti la principale preoccupazione della Germania rispetto al QE (nell'ambito dell'OMT), e cioè che tale strumento possa compromettere gli obiettivi. Sotto questo profilo, c'è da dire che il comunicato della BCE lascia in sospeso molte questioni. Anzitutto se lo Stato membro coinvolto nel programma è obbligato in maniera esplicita a realizzare le “riforme” (agenda politica imposta dalla Troika, commissariamento formale), oppure se in qualche modo si sta mantenendo una linea politica più morbida, e quindi pur in assenza di uno specifico “protocollo di intesa” vi è comunque un obbligo implicito che potrebbe condurre ad una sospensione del QE qualora nel corso della sua operatività il paese non soddisfi le richieste (commissariamento informale).
Soltanto con i poveri greci a quanto pare si sta facendo, come al solito, la voce grossa. Con loro il linguaggio è molto più esplicito e aggressivo: o continuano a sottoporsi (esplicitamente) al programma della Troika oppure sono fuori dal progetto. Ricordiamoci che il QE è stato lanciato da Draghi nel luglio del 2012 come parte integrante del progetto OMT, a patto che gli stati aderenti accettassero il programma della Troika. Tale aspetto non è stato ben specificato nelle dichiarazioni del 22 gennaio, ed il ruolo della Troika (o MES) – e quindi le effettive condizioni di accesso al programma – non sembra essere stato chiaramente definito. Forse perchè da un punto di vista strettamente politico, commissariare in modo esplicito paesi come l'Italia creerebbe troppe destabilizzazioni e rafforzerebbe il fronte anti-troika.
La strategia intrapresa, del resto, risulta coerente con la linea politica attraverso cui si è deciso di gestire questa fase della crisi dell'Eurozona: tentare un compromesso, attraverso vie più o meno formali che rispecchiano i rapporti di forza fra paesi.
Se, tuttavia, “a cose fatte” le richieste dei tedeschi non venissero soddisfatte, la questione dell'illegittimità dell'OMT tornerebbe di stretta attualità e il piano Draghi potrebbe saltare. E' una questione politica e la vittima ultima è sempre lei, lo Stato di diritto. Le ulteriori riforme si faranno sulla nostra pelle, pagheremo noi. Ci rendiamo conto che adesso si discute di commissariamenti, di riforme in cambio di aiuti finanziari come se nulla fosse? E' possibile che soltanto la Germania sia nella posizione di poter tutelare la propria sovranità dinanzi al rafforzamento delle prerogative politiche dei mercati e delle organizzazioni internazionali come il MES (ossia la Troika in una veste più istituzionale)? Perchè il punto è proprio questo, a colpi di trattati la nuova governance economica europea sta rafforzando il potere politico del capitale internazionale, mediato da questi enti, nel governo dei singoli Stati, e soltanto i tedeschi stanno mettendo in atto una certa resistenza, anche se a proprio favore, ma questo è un problema nostro.
A proposito di MES, a quali condizioni tale ente parteciperà al QE? Sul ruolo della BCE poi, talora essa eagisc come istituzione della UE - e quindi in base ai trattati fondamentali - altre volte deve vestire i panni della Troika/MES. E' chiaro che l'Eurozona inizia a scricchiolare dal punto di vista istitituzionale e anche tanto. Ma per poter dare giudizi definitivi sulle misure QE dovremo aspettare marzo quando la sua applicazione pratica scioglierà tutti i dubbi ancora esistenti. Aspettando la sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla sua legittimità.


*Studiosa di diritto ed economia. La prima in Italia a denunciare nel 2011 il colpo di mano che sarebbe avvenuto con la ratifica da parte del Parlamento italiano del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e del Fiscal Compact. Ha da allora continuato ad approfondire l’evoluzione della crisi economica europea con particolare riferimento alle trasformazioni del rapporto fra Stato, Democrazia e Organizzazioni internazionali. Autrice de il "Ricatto dei Mercati" (Ponte delle Grazie) e di un blog per il Fatto Quotidiano.

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