La Grecia inizia il "Grande Pivot to Russia": tutti giù dal carro di Tsipras


Per tutti coloro che sono saliti sul carro del vincitore di Tsipras dopo aver passato l'ultimo anno ad insultare la loro dignità ed intelligenza con la posizione assunta sulla crisi ucraina e aver appoggiato le sanzioni alla Russia, dedichiamo questo:


A tutti loro annunciamo poi che Tsipras è pronto a riallineare gli interessi nazionali del suo paese da occidente... in oriente.
Come riporta Reuters, il neo premier greco ha deciso ieri di porre un freno alla “luce blu speciale” di liquidazione della Grecia e ha bloccato il processo di privatizzazione del maggiore porto della Grecia, “segnalando la volontà di dare un seguito alle sue promesse di campagna elettorale e lanciando un allarme sulla zona euro e i mercati finanziari”.
“Una delle prime decisioni annunciate dal nuovo governo è la sospensione della privatizzazione del 67% dell'Autorità portuale del Pireo, concordata in precedenza con i creditori internazionali per il quale la cinese Cosco ed altri quattro possibili acquirenti erano rimasti in lizza. L'accordo Cosco sarà rivisto a beneficio del popolo greco”, ha dichiarato il vice ministo Thodoris Dritsas.
L'Europa sarà molto seccata che la Grecia abbia deciso, dopo anni e anni di macelleria sociale a comando, di aver preso un atto a tutela della sua popolazione e di porre i suoi cittadini al primo posto delle priorità rispetto agli avvoltoi dei suoi gioelli di stato. Molto seccati a Bruxelles e Francoforte anche perché era stato imposto nell'accordo di “salvataggio” della Troika. Accordo che quest'ultima ha ribadito essere non negoziabile.
Sempre da Reuters:
Syriza aveva annunciato prima delle elezioni che avrebbe bloccato la vendita degli asset pubblici, un programma da 240 miliardi di euro. Azioni nel porto di Tessalonica, il secondo del paese. La privatizzazione dell'operatore ferroviario nazionale Trainose e di ROSCO sono in programma di cessione.

Quello di Tsipras non è solo un atto di sfida che segna l'agenda del nuovo governo in chiave anti-Troika. In un passaggio succesivo, il vice ministro in carica delle riforme amministrative, George Katrougkalos ha dichiarato che il governo bloccherà alcuni licenziamenti del settore pubblico in atto, contraddicendo un altro punto chiave delle misure della Troika. “Sarà uno dei primi atti legislativi che prenderò come ministro”, ha dichiarato a Mega Tv.
I tedeschi non saranno felici. Un membro del board della Bundesbank Joachim Nagel, ha lanciato un monito preciso sul fatto che i primi atti del governo già mettono in pericolo il programma di aiuti e quindi la liquidità necessaria per il sistema bancario greco. "Questo avrebbe conseguenze fatali per il sistema finanziario greco. Le banche greche perderebbero il loro accesso ai soldi della banca centale”, ha dichiarato ad Handelsblatt.
Vero, forse. Ma qui sembra delinearsi la nuova alternativa, che non deve piacere molto a tutti coloro che sono saliti sul carro del vincitore da domenica notte e per cui in Ucraina si è combattuta una “battaglia di libertà e democrazia in nome degli ideali dell'Europa contro l'invasore russo”. Un'alternativa non in linea con il FMI e gli Usa, che detengono oggi Kiev come stato cuscinetto e i cui “salvataggi” finiscono sempre bene per le grandi multinazionali e corporazioni finanziarie e sempre molto male per le popolazioni, costrette a subire la pillola delle politiche neoliberiste occidentali e la rapida liquidazione di tutti gli asset. Ecco l'alternativa che si inizia a delineare per la Grecia, scrive Zero Hedge, è quella della Banca BRIC per esempio, che ha annunciato lo stanziamento di 100 miliardi di riserve per bypassare la FED e le altre banche centrali occidentali.
E si i Bric sono in una fase di crisi per il crollo dei prezzi energetici, ma, ricorda Zero Hedge, il greggio è basso finché il settore dello scisto degli Stati Uniti resta un'alternativa. Una volta che questo produttore marginale di greggio sarà fuori dal quadro, l'Arabia Saudita riporterà il livello del greggio ai 100 dollari. La questione è se le riserve di FX saudite possono sopravvivere allo ZIRP della Fed, che è l'unico motivo per cui la maggior parte del non redditizio settore del gas di scisto americano ancora sopravvive.
Il quadro europeo e geopoitico portano ad una conseguenza “naturale”: la Russia (e la Cina) stanno per divenire alleati chiave per la Grecia. Il che spiegherebbe lo spostamento logico verso la Russia, il Pivot to Mosca, di Tsipras.
Riporta Bloomberg come il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias a Bruxelles nelle discussioni per ulteriori sanzioni alla Russia sul conflitto ucraino abbia espresso la contrarietà del nuovo governo greco alla nota del presidente del Consiglio Ue Donald Tusk per nuove misure restrittive verso Mosca.
Nei mesi recenti, ha scritto Kotzias su Twitter, queste sanzioni alla Russia non sono state prese negli interessi della Grecia. L'interesse dela Grecia dovrebbe essere quello di fermare la trasformazione attuale dell'Unione Europea in un impero idiosincratico sotto dominio della Germania. L'Europa, quindi, come un impero sotto dominio della Germania, non proprio la visione che ci hanno raccontato in questi mesi tutti quei personaggi patetici saliti sul carro di Syriza.
Il nuovo premier Alexis Tsipras - che aveva fatto già discutere Bruxelles per la decisione di voler incontrare l'ambasciatore russo ad Atene poche ore il suo insediamento e che per tutti coloro che sono saliti sul suo carro aveva dichiarato legittimo il referendum in Crimea - ha formalmente espresso il suo disappunto alla responsabile della politica estera dell'Ue Federica Mogherini, per una nota europea in cui i 28 leader dell'Ue avrebbero dovuto assegnare la “responsabilità”, contro tutte le prove fattuali sul campo, della Russia per un attacco missilistico alla città ucraina di Mariupol che ha ucciso 30 persone. Il pretesto per le nuove sanzioni. La rottura tra Grecia e Bruxeles è chiara e qualcuno dovrebbe forse avvertire Pittella, uno dei primi a salire sul carro.
Non sappiamo quello che accadrà al primo incontro ufficiale con la Troika, ma il nuovo governo Tsipras sembra aver delineato una via. Una via che se perseguita realmente fino in fondo farà restare sul suo carro, in modo degno e credibile, in pochi, pochissimi.

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