Il leader dei neonazisti ucraini nominato consigliere del capo delle Forze Armate


di Eugenio Cipolla
La nomina era nell’area da settimane. Nei palazzi del potere di Kiev si sussurrava sempre più insistentemente di un possibile incarico ministeriale per il leader del Pravy Sektor, Dmitro Yarosh, da parte del presidente ucraino, Petro Poroshenko. Alla fine l’annuncio è arrivato l’altro giorno, con un comunicato breve sul sito del ministero della Difesa: Yarosh è il nuovo consigliere del Capo di Stato Maggiore dell’esercito ucraino, il colonnello Viktor Muzhenko.
«Ieri - si legge nel comunicato - il colonnello Viktor Muzhenko, Capo di Stato Maggiore Generale, e Dmytro Yarosh hanno concordato una forma di cooperazione tra il movimento Pravy Sektor e le forze armate ucraine». L’accordo, viene spiegato, rientra in un’ottica di rafforzamento ufficiale dell’esercito di Kiev, supportato in Donbass negli ultimi dodici mesi proprio da decine di battaglioni di volontari (tra questi anche moltissimi appartenenti al Pravy Sektor, tra i quali lo stesso Yarosh, ferito in più di un’occasione).
«I soldati ucraini hanno apprezzato il contributo di questi battaglioni», ha detto in conferenza stampa Muzhenko. «Comprendiamo le esigenze di cambiamento e di aumento dell’efficienza a tutti i livelli del nostro esercito. E’ per questo che abbiamo raccolto sotto un’unica guida tutti i patrioti e i difensori dell’Ucraina. Così il nemico capirà la nostra unità e i suoi tentativi di attacco nei nostri confronti falliranno. Diventiamo sempre più forti ogni settimana». L’accordo siglato tra i due prevede infatti che Pravy Sektor diventi una squadra d’assalto subordinata ai leader militari ucraini esclusivamente nelle questioni relative alla difesa dello Stato dal nemico. «Siamo pronti a eseguire operazioni comuni con l’esercito, pronti a obbedire ai loro comandi in materia di difesa nazionale, cosicché ogni patriota possa proteggere l’Ucraina».
Deputato, eletto in un collegio uninominale di Dnepropetrovsk (est del Paese), ricercato dall’Interpol su mandato delle autorità russe per aver incitato “al terrorismo attraverso l’uso dei mass media”, Dmitro Yarosh è capo di un movimento ultranazionalista e antirusso, definito da molti quotidiani (Die Welt, New York Times e Le Monde, solo per citarne alcuni) pieno di esponenti neo-fascisti e neo-nazisti, che ha contribuito in maniera determinante alla rivolta di Maidan del febbraio 2014. (Qui per alcune foto)
«Questa logica è una continuazione della rivoluzione nazionalista in Ucraina», ha detto intervistato da Life News il politilogo russo, Sergei Mikheyev. «I neonazisti hanno aiutato a rovesciare Yanukovych e ultimamente Yarosh diceva direttamente che erano stati loro a farlo e che erano loro a poter dettare le condizioni». Secondo l’esperto, inoltre, dietro questo accordo ci sarebbe l’oligarca Igor Kolomoisky, silurato appena qualche settimana fa come governatore di Dnepropetrovsk proprio da Poroshenko. «Ora i gruppi militanti radicali si muoveranno sotto l’ala del governo e da illegali diventeranno legali. Questo accade dopo alcune trattative tra Poroshenko e Kolomoisky, il quale ha finanziato la creazione di questi battaglioni di volontari e che in realtà è rappresentato proprio da Yarosh».

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