I barbari a Palmyra. La farsa della lotta all’ISIS e l’ipocrisia dell’Occidente.


di Vincenzo Brandi

Palmyra (o Tadmor per gli Arabi) è una magica città monumentale posta in un’oasi di palme al centro del deserto siriano, passaggio obbligato fin da tempi antichissimi delle carovane che transitavano tra la Mesopotamia (oggi Iraq) e la Siria. Quando l’ho visitata pochi anni fa sono rimasto affascinato, come capita a tutti i visitatori, dai resti dei grandi colonnati dell’antica città romana, dell’elegante teatro, dall’imponenza degli edifici costruiti nel grandioso stile siro-romano che si può ammirare anche a Baalbeck in Libano, dal castello di epoca islamica, attribuito a Saladino, che sorge su una collina vicina.
Ora il sito archeologico è stato occupato dalle bande criminali dello Stato Islamico (ISIS per gli Occidentali, Daesh per gli Arabi), formate da fanatici e mercenari affluiti in Siria ed Iraq da più di 80 paesi con la complicità della Turchia, dell’Arabia Saudita e di altri paesi limitrofi. Queste bande, nella loro furia iconoclasta verso tutte le grandi civiltà pre-islamiche, hanno già distrutto i grandi siti archeologici assiri del nord della Mesopotamia come Niniveh e Nimrud. Ora anche il sito archeologico di Palmyra si trova nello stesso pericolo, mentre nell’attigua città moderna imperversano gli assassini che massacrano funzionari governativi, le famiglie sostenitrici del governo o appartenenti a minoranze religiose, e decapitano i soldati governativi presi prigionieri che avevano tentato disperatamente di difendere la città.
Ora da parte di tutti i media occidentali vengono versate lacrime di coccodrillo sulla triste sorte di Palmyra sopraffatta dai barbari. Ma è proprio la sciagurata politica occidentale verso la Siria, che consiste nel mettere come primo obiettivo di ogni azione politica o militare la caduta del governo Assad, ad aver causato questo disastro, ed il fatto mi indigna profondamente. Da anni gli Stati Uniti perseguono la politica di una completa ristrutturazione del mondo arabo-islamico che prevede la disgregazione degli stati laici nazionali come la Siria, l’Iraq o la Libia (e 40 anni fa l’Afghanistan socialista).

I loro piani trovano alleati come la Turchia islamica di Erdogan ed il Qatar, legati alla Fratellanza Musulmana, o l’Arabia Saudita, dominata dalla setta estremista wahabita, che vuole eliminare tutti gli stati alleati dell’Iran sciita . E’ evidente che l’esercito siriano, che difende accanitamente da più di 4 anni il territorio nazionale dagli attacchi concentrici, finanziati da Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti e altre petro-monarchie semifeudali, e provenienti dal territorio turco o da quello giordano, si trova in difficoltà a dover lottare su innumerevoli fronti. In molti casi le armi statunitensi o di altri paesi occidentali non vengono fornite direttamente alle formazioni più estremiste come Daesh o Al Sham (formazione armata direttamente dalla Turchia), o Al Nusra (ramo siriano di Al Queda) ma vengono fornite ai combattenti “moderati” dell’FSA (Esercito Libero Siriano) addestrati in Turchia e Giordania. Ma di solito, dopo essersi infiltrati in Siria, questi combattenti passano rapidamente ad Al Nusra, che ha in gran parte occupato le province di Idlib e Deraa/Golan poste rispettivamente al confine con la Turchia e a quello con Giordania e Israele, o direttamente a Daesh.
Per quanto riguarda Daesh, dopo la grande avanzata di questa formazione in Iraq con la conquista di Mosul, seconda città del paese, si è formata una variopinta coalizione che dovrebbe fare la “guerra all’ISIS”. Di questa strana coalizione fanno parte paesi i cui servizi segreti e i cui gruppi dirigenti hanno chiaramente finanziato Daesh, come l’Arabia Saudita, ma anche gli Stati Uniti il cui candidato repubblicano alla presidenza Mc Cain è stato immortalato in video che lo ritraggono mentre parla amichevolmente con il “califfo” dell’ISIS Al Baghdadi (già “prigioniero” dell’esercito americano in Iraq e poi opportunamente “riciclato”) e il responsabile militare dell’FSA, generale Idriss.
La “guerra all’ISIS” si è quindi dimostrata un farsa, un inganno per le opinioni pubbliche occidentali sempre più ignoranti e credulone. Daesh continua ad avanzare in Siria e in Iraq. L’intera provincia strategica irachena di Anbar è nelle mani di Daesh, che, dopo aver occupato il capoluogo Ramadi, minaccia direttamente Baghdad. La coalizione guidata da Stati Uniti ed Arabia frena l’azione delle milizie sciite filogovernative, sostenute da “consiglieri” iraniani, che sarebbero le uniche in grado di fermare l’avanzata di Daesh. Lo scopo degli USA è quello di mantenere in uno stato di perenne debolezza il governo di Baghdad considerato troppo filo-iraniano e confermare la divisione di fatto dell’Iraq in tre tronconi ottenuta con la caduta di Saddam Hussein.

-Al governo italiano che, succubo degli USA e della NATO, ha sposato queste politiche e partecipa alla distruzione di Libia, Siria, Iraq e di altri stati nazionali laici;
-agli altri governi occidentali che, alleati delle peggiori monarchie arabe reazionarie, contribuiscono al fallimento di ogni politica nazionale-laica che porti questi paesi verso la modernità e favoriscono oggettivamente l’avanzata di Daesh e delle altre formazioni jihadiste,
noi diciamo “VERGOGNA”.

Ma diciamo “VERGOGNA” anche alle opinioni pubbliche occidentali spesso ostaggio di propagande governative, e di saggisti e giornalisti chiusi nella loro fasulla ideologia liberale, per cui “noi” siamo i paesi “civili”, fonte di ogni libertà, mentre quei paesi dell’Asia, dell’Africa o dell’America Latina, che cercano faticosamente una loro via verso uno sviluppo economico e culturale indipendente, che è alla base di ogni stile decente di vita, vengono spesso arbitrariamente indicati come “dittature” e quasi come caricature di stati. Ci siamo dimenticati, noi Occidentali, di aver gestito per secoli il traffico degli schiavi, di aver sfruttato ferocemente il resto del mondo con le colonie e gli imperi, di aver imposto ai Cinesi con due guerre nell’800 di acquistare il nostro oppio, di aver creato il Fascismo e il Nazismo, di sostenere l’oppressione sionista in Palestina, degli orrori di Abu Ghraib e Guantanamo, delle leggi liberticide come il Patriot Act che rendono tutti i cittadini americani meno liberi con la scusa della lotta al terrorismo (che in realtà noi stessi finanziamo).
Diciamo “VERGOGNA” anche quei gruppetti sedicenti ultrarivoluzionari, ultrademocratici, o “trozkisti”, che continuano a sostenere che in Siria è in corso una grande rivoluzione democratica e che lo stesso avevano sostenuto per la Libia fino alla completa distruzione del paese, fornendo così giustificazioni agli interventi armati esterni ed alla destabilizzazione di quei paesi.

L'articolo di Brandi sarà pubblicato su Voce di G.A.M.A.D.I., numero di giugno

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