Il protettorato Grecia tra stallo politico e devastazione economica

Secondo Nick Malkoutzis, editorialista di MacroPolis, la fiducia scarseggia tra Tsipras e Syriza, nonostante l'epurazione dell'ala di sinistra più intransingente la scorsa estate. Il sostegno al governo si è già ristretto fino a far basare la maggioranza su tre soli seggi, il che rende Tsipras vulnerabile sia nei confronti delle defezioni di chi è contrario all’incombente riforma delle pensioni – che punta a ridurre i vantaggi e alzare i contributi – sia dei parlamentari che sfruttano la loro posizione per ottenere incarichi o favori. “Tsipras rischia di ritrovarsi senza più una maggioranza al momento di portare in Parlamento la riforma delle pensioni e delle tasse”, avverte Malkoutzis, anche se sottolinea che Tsipras potrebbe riuscire ad assicurarsi il sostegno dei nove parlamentari dell’Unione dei centristi per puntellare la sua coalizione.
Paul Taylor su Business Insider (traduzione di vocidallestero) scrive poi come i governi dell’eurozona si fidano poco della Grecia, dopo la tempesta di quest’anno, e la tengono stretta al guinzaglio.

“Il sentimento è reciproco. Lo scontento del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che in luglio ha cercato di far uscire la Grecia dall’euro, cova sotto la cenere nelle stanze ministeriali". E anche sulla crisi dei migranti c’è una profonda diffidenza tra Atene e i partner europei, alcuni dei quali hanno agitato la minaccia di sospendere la Grecia dall’area Schengen, per costringerla ad accettare la partecipazione dell’Unione europea alla gestione dei suoi confini”. E ancora, prosegue Taylor: “Il mondo degli affari non si fida del governo, sia a causa degli imprevedibili aumenti delle tasse sia dell’incertezza generale sulle regole, ma anche perché lo Stato deve al settore privato qualcosa come 6 miliardi di euro di arretrati. La settimana scorsa Tsipras, durante una conferenza di affari Greco-Americana tenuta ad Atene, ha lanciato un appello agli investitori stranieri. Ma il suo governo è ancora esitante sulle privatizzazioni, riluttante a cedere le proprietà pubbliche e succube della retorica anticapitalista”.
Insomma siamo ad una situazione di stallo nel protettorato della Grecia, una situazione di devastazione economica e ostaggio della democrazia che non potrà che protrarsi fino a quando Atene sarà il topo da laboratorio del regime di Bruxelles e Francoforte.

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