Saviano e Kasparov, gli "alfieri dei dittatori"

“L'uomo superbo si pone sopra gli altri, e crede che gli si debba ogni cosa; gli altri, al contrario, lo mettono nell'ultimo grado, né gli concedono nulla”. (Confucio)
La superbia di Saviano è ormai proverbiale e tale da sfidare a scacchi addirittura il campione del mondo di tutti i tempi, Garry Kasparov.

Nell'intervista-partita pubblicata da Repubblica domenica, Saviano fa compiere alla propaganda anti-russa del nostro regime mediatico un salto di qualità notevole. Leggiamo: "Putin costituisce per l'Europa un pericolo maggiore dell'Is, minaccia l'esistenza stessa dell'Europa. […] La sua strategia è creare e alimentare il caos. Per questo ha puntato sulla guerra in Siria, un conflitto che ha messo in moto un numero impressionante di rifugiati che fanno pressione sui confini dell'Europa mettendone a dura prova la tenuta e la stabilità".

Bestialità geopolitiche che come AntiDiplomatico ci rifiutiamo di commentare per non offendere le vostre capacità intellettuali, per dirla alla Luttazzi.

Kasparov considerato lo sfidante del presidente russo a livello politico. La forza di Putin nel paese non è mai stata così forte, lo rilevano anche sondaggi della stampa occidentale. Kasparov, al contrario, non è riuscito neanche a farsi eleggere nel 2013 alla presidenza della FIDE – la federazione internazionale degli schacchisti.

Eppure il primo giornale del regime mediatico nostrano fa dire a Kasparov bestialità come queste senza un minimo di contraddittorio:

"La cattiva notizia è che non ci è dato sapere quando cadrà un dittatore. La buona notizia è che neanche lui lo sa. Putin potrebbe rimanere al potere a lungo come per molto poco: l'attuale situazione economica in Russia è a uno stadio talmente grave che non è da escludersi una caduta improvvisa del regime". Sa che l'eventuale caduta di Putin potrebbe generare un caos illimitato per il suo paese, ma sa anche che più a lungo "il dittatore" continuerà a governare, maggiore sarà il prezzo da pagare per la Russia e per l'Europa".

Infine la conclusione della Russia come il paese più “mafioso” al mondo, mentre Saviano deve arrendersi alla sconfitta. Un capolavoro a livello di propaganda.
Quando Roberto Saviano si inizierà ad occupare della dittatura teconocratica di Bruxelles, che ha imposto povertà diffusa, disoccupazione di massa e l'eliminazione di diritti sociali acquisiti a tutta l'Europa del Sud? Quando Saviano si occuperà del regime più sanguinario dalla seconda guerra mondiale ad oggi, quello di Washington, alle prese con lo spettacolo ridicolo delle primarie presidenziali simulacro di democrazia? Su quello di Tel Aviv forse anche inutile chiederlo. Troppo scomodo forse per una professione che in Italia non esiste più. Meglio, più facile, seguire la linea del regime mediatico: denigrare la via multilaterale e pacifica di contrapposizione al sistema violento del dollaro perseguito dai Brics.
I paesi dei Brics, non a caso tutti i bersagli preferiti di Saviano. “Io e Kasparov, scacco matto ai dittatori”, ha titolato la sua intervista. Sarebbe più corretto “io e Kasparov, gli alfieri dei dittatori”, in particolare i nazisti in Ucraina.

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