Davide Casaleggio: "Volevo scrivere due parole su mio padre, perché molti non lo conoscevano"


I funerali di Gianroberto Casaleggio sono stati celebrati nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Non è stato un funerale pubblico. Le telecamere non erano ammesse e ci hanno pregato di spegnere i cellulari e non scattare foto, per rispettare il dolore dei suoi cari e rispettando un uomo schivo, lontano dai riflettori, come ha sottolineato il figlio Davide.
Oltre alla famiglia e ai portavoce, sono riusciti ad assistere alla messa anche tutti i semplici attivisti e cittadini, fino a riempire la chiesa.
Dopo la celebrazione della messa, ha parlato il figlio piccolo, chiedendo al papà di tornare.
Quindi ha preso la parola Davide, il figlio grande, che è stato sempre molto vicino a Gianroberto, ringraziandolo di essere stato suo padre.

Ha detto che era talmente determinato, che da piccolo non faceva capricci: se voleva ottenere qualcosa so sdraiava direttamente sui binari.

Poi ha proseguito raccontando questa storia, che ha rilanciato anche nel tardo poemeriggio in un post facebook che vi riproponiamo nella sua interezza:

"Volevo scrivere due parole su mio padre, perché molti non lo conoscevano veramente e per me é stato un padre fantastico ed é bello essere orgoglioso del proprio padre come lo sono io. Il suo essere riservato e allergico ai riflettori ai piú lo rendevano sconosciuto. Era ostinato, sua zia mi raccontava che fin da piccolo per ottenere i suoi giornalini non faceva i capricci, ma si stendeva direttamente sui binari del tram, e con il blog era lui in prima persona a battagliare contro i troll, la sua mania erano i dettagli, nulla passava se i dettagli non erano sistemati. Ma era soprattutto un grande lavoratore, nessun giorno era veramente vacanza in particolare i week end.
Fino a quando ha potuto camminare é sempre voluto andare in ufficio, tutti i giorni, e il suo sguardo non si staccava mai dal futuro. Aveva l'audacia di vedere il futuro prima degli altri e di crederci anche quando gli altri ne diffidavano. Ma oggi volevo raccontarvi una storia per farvi capire quale é stata la sua vita. Un gruppo di 50 persone stava frequentando un seminario. Improvvisamente l’oratore si fermò e decise di fare un’attività di gruppo. Iniziò a dare un palloncino a ciascuno dei 50 seminaristi. Ad ognuno fu chiesto di scrivere con un pennarello il proprio nome su di esso. Poi tutti i palloncini furono raccolti e messi in un’altra stanza. Una volta riempita la stanza di palloncini, l’oratore chiese ai 50 seminaristi di rientrare dentro e trovare il palloncino col proprio nome entro 5 minuti.
La scena fu questa: tutti erano freneticamente alla ricerca del palloncino col proprio nome, ognuno si scontrava con l’altro, spinte, gomitate….nella stanza regnava il caos totale! Allo scadere dei 5 minuti nessuno riuscì a trovare il proprio palloncino. Vista la prova fallimentare ad ognuno di loro fu chiesto di raccogliere un palloncino qualsiasi e darlo alla persona che aveva scritto il nome su di esso. In pochissimi minuti tutti avevano in mano il proprio palloncino! A questo punto l’oratore disse: Questo è esattamente ciò che sta accadendo nella nostra vita. Tutti siamo alla ricerca frenetica della felicità…giriamo come delle trottole, ma non riusciamo a trovarla. La nostra felicità sta nella felicità delle altre persone. Rendete loro felici e avrete la vostra felicità. Mio padre non ha mai tenuto per sé palloncini, ma li ha sempre donati agli altri con il sogno di cambiare in meglio questo Paese. Chi sente di aver ricevuto un palloncino da mio padre lo conservi con cura. Chi condivide il suo sogno lo persegua senza mollare mai come ha fatto lui, fino alla fine".

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