"Una moratoria sul MES". Carlo Sibilia

Intervista a Carlo Sibilia, Seconda Parte. Per la lettura della prima: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=5798

Letta non mi sembra che abbia fatto le primarie del Pd o fosse un candidato premier, ma non hai alcuna possibilità di dire nulla per criticare l'esecutivo. Io lo so benissimo che il presidente della Repubblica non può destituire direttamente il presidente del Consiglio, ma so anche che non puoi fare un referendum per le strade e chiedere alle persone se avessero votato lo stesso questi partiti sapendo che si sarebbero uniti per proseguire le politiche del governo Monti. Ed il Commissario dello spending review che ci manda il Fmi come lo dobbiamo giudicare?
Si parlava della legge di stabilità nei giornali e noi ancora non l'avevamo e non potevamo conoscere della Trisi o della Tasi. Olli Rehn, il calciatore nonché Commissario alle questioni economiche e finanziarie dell'Ue, ci ha ricordato a fine settembre, in un colloquio alla Commissione congiunta bilancio e Finanza, che la finanziaria dovesse arrivare il 15 ottobre davanti la Commissione europea. E noi in Parlamento non avevamo ancora visto niente. Si è trattata di un'umiliazione senza precedenti per il nostro paese ed è frutto della decisione di qualcuno, il governo Monti supportato da tutti i partiti che oggi continuano a formare quest'esecutivo, che ha voluto, senza alcuna consultazione del popolo, il commissariamento di fatto da parte di Bruxelles.
- Rispetto alla crisi attuale cresce il consenso di chi auspica una dissoluzione controllata della zona euro. C'è anche chi sostiene che i paesi del sud Europa dovrebbero creare un blocco comune nella Bce e nei vari summit per costringere la Germania a modificare la sua politica economica e rilanciare tutta la zona euro. Qual è secondo te la migliore soluzione?
Io ho il dovere come portavoce dei cittadini, e non politico di professione, di assumere un atteggiamento critico verso tutte le posizioni emerse oggi. Non dobbiamo avere la voglia di difendere qualcosa di indifendibile, altrimenti saremo il Pd, né tentare di distruggere a tutti i costi. Ripeto spesso come dal 1957 l'Europa si sia unita per interessi e l'incontro di Mitterand-Kohl a Verdun rimane una bellissima immagine. Un'immagine, ma noi dobbiamo vivere di sostanza. Mi va benissimo l'unione dei cittadini europei, che sappia anche guardare ai cittadini del mondo con un approccio cosmopolita. Non ho nessuna difficoltà. Ma devo poterlo scegliere in autonomia ed indipendenza e non essere forzato con operazioni di marketing che inquinano i cervelli come è stato l'euro. Se anche chi ci ha fatto entrare nell'euro come Amato, Prodi, Lefontaine inizia a disconoscerlo e se analizziamo il dramma sociale che la Grecia, secondo le stime di diversi economisti, si sarebbe risparmiata con la svalutazione ed il ritorno alla dracma invece dell'austerità imposta dalla troika, non si può non affrontare la questione in modo serio.
Il primo passaggio da compiere, fondamentale, è quello di informare i cittadini, che devono essere consapevoli di quello che significa Europa a due velocità, di come si potrebbe uscire dall'euro e delle scelte di Berlino, che nel 2003 ha sforato il tetto del 3% per applicare le sue riforme ed oggi passa come il modello virtuoso che mette in riga gli altri paesi. Poi, come stanno chiedendo oltre al Regno Unito anche Olanda e Danimarca, bisogna rinegoziare l'architettura istituzionale europea ed i trattati ai quali l'Italia si è vincolata. Certamente non possono essere quelle stesse persone che si sono piegate a queste logiche a farlo, ma l'unica forza che in questo paese ha una visione politica, una programmazione e non vive alla giornata è il M5s. Energie rinnovabili, la possibilità di autodeterminarsi attraverso un lavoro dignitoso, ripuntare sul tessuto delle piccole e medie imprese che avevano reso questo paese la prima potenza manifatturiera d'Europa prima dell'ingresso nell'euro, sono i paletti che il nostro paese deve porre come irrinunciabili a Bruxelles.
L'economia non deve essere più gestita dalle grandi aziende e la politica ambientale da Enel ed Eni. Un caso delle mie terre, in Irpinia, è emblematico. La Fiat ha deciso di chiudere il Polo Irisbus, uno dei principali nella costruzione di autobus a livello europeo per spostare la produzione in Polonia, che ha accettato condizioni lavorative vergognose. Altre 700 persone si ritrovano senza lavoro per la logica del profitto. La stessa logica che oggi ci fa guardare indietro e scoprire che nel nostro paese non è rimasto quasi più nulla.
- Le elezioni europee del prossimo anno saranno un test importante per tutti i partiti e movimenti critici delle politiche scelte dall'Ue. Come il Movimento cinque stelle riuscirà a dare voce al dissenso sociale emerso nei paesi del sud Europa e quali saranno i partiti con i quali pensi potrete dialogare?
Premesso che il Parlamento europeo non ha di fatto nessun potere di interferire in modo significativo sulle scelte di Consiglio e Commissione, il M5S andrà a Bruxelles a dare il suo contributo e dialogherà sui contenuti, come ha sempre fatto anche in Italia, con tutti quei partiti che vorranno trasformare l'Ue in un'effettiva Unione di popoli e non di lobby finanziarie che hanno distrutto la vita delle popolazioni. Lo potrà fare presumo con l'Ukip di Nigel Farage, che da solo ha tenuto alta la criticità alle scelte attuali, e con Syriza, che porterà a Bruxelles la drammaticità della situazione greca dopo tre anni di cura della troika. Faremo di tutto per far comprendere che l'attuale architettura europea non è più sostenibile.

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