La bolla dei farmaci antidepressivi

Secondo un nuovo studio dell'OCSE pubblicato oggi e ripreso dal Guardian, l'uso di antidepressivi è aumentato nel mondo ricco in modo esponenziale nell'ultimo decennio, accrescendo le preoccupazioni tra i medici che questi farmaci vengano prescritti in modo eccessivo.
Secondo le statistiche rilevate dall'Ocse si vede come in alcuni paesi i dottori stanno prescrivendo questi farmaci ormai ad un adulto su 10 - l'Islanda registra il livello più alto con 105.8 dosi al giorno ogni 1,000 abitante nel 2011 rispetto a 70.9 nel 2000 ed il 14.9 nel 1989; ma, in generale, Australia, Canada ed i paesi del Nord Europa mostrano le statistiche più alte. Dagli Usa emerge una conferma con oltre il 10% degli americani adulti che usa regolarmente questi farmaci; ed in Cina, infine, il mercato degli antidepressivi è aumentato del 20% negli ultimi tre anni.
Secondo l'Ocse il consumo crescente può essere spiegato dall'uso dei farmaci in casi lievi che non lo richiederebbero. "L'estensione aumenta la preoccupazione", si legge nel rapporto. La crisi finanziaria è un altro fattore evidenziato nello studio - ad esempio in Spagna e Portogallo, le prescrizioni antidepressive sono aumentate del 20% negli ultimi cinque anni.
Molti psichiatri concordano che i farmaci possono essere utili di fronte a forme gravi di depressione, ma non sono lo strumento efficace per quelle lievi. "L'esplosione dei farmaci antidepressivi in molti paesi riflette il fatto che molte persone con una forma media o grave di depressione è sotto trattamento, ed è una buona cosa. Ma l'aspetto negativo è che anche molte persone ne fanno uso anche se non dovrebbero. I dottori dovrebbero essere in grado di riconoscere la depressione correttamente in modo che si prescrivano farmaci solo a chi ne hanno bisogno", ha dichiarato Mark van Ommeren, del Dipartimento di salute mentale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
La bolla, conclude il Guardian, è destinata a scoppiare a breve, con l'aumento di coloro, soprattutto giovani, che tentano il suicidio mentre utilizzano questi farmaci. Alcune compagnie hanno pagato immense somme nel 2013 per patteggiare sentenze nei tribunali inglesi ed americani che hanno intimato di non prescriverle più ad i minorenni.

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