La seconda parte dell'Intervista a Serge Latouche
Per consultare la prima: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6255
di Alessandro Bianchi
- Lei ha scritto come: "Non c'è nulla di peggio di una società del lavoro senza lavoro, non c'è nulla di peggio di una società della crescita senza crescita. Il che condanna la sinistra istituzionale, che non ha il coraggio di decolonizzare l'immaginario, al socio-liberismo". Quanta responsabilità attribuisce ad i partiti socialisti tradizionali per l'attuale deriva sociale in Europa?
La loro responsabilità è gigantesca, immensa. Le forze socialiste ed i governi percepiti come di sinistra hanno accelerato questo dominio del pensiero unico e permesso che il modello ultra liberale del consumismo sfrenato si imponesse. Per anni abbiamo assistito ad una vera e propria perversione politica nella logica dei governi: quando un esecutivo liberale, infatti, ha imposto decisioni per un maggiore mercantilismo della società, le forze di sinistra si sono sempre piegate; quando, al contrario, i governi socialisti hanno cercato d'orientare le loro politiche in chiave di protezione sociale, allora vi è stata la chiusura totale delle altre forze. Il tutto ha preceduto così a senso unico ed il risultato è quello che al centro è stato posto il libero scambio, la concorrenza economica ed il commercio sfrenato, nella mancanza totale di qualunque protezione sociale per le popolazioni.
I socialisti sono stati complici di questa logica.
- Data l'incapacità della sinistra tradizionale di esplorare modelli di sviluppo alternativi, vede in Europa partiti o movimenti nuovi in grado di farsi portatori delle idee della decrescita? E cosa si attende dalle elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio?
Dalle elezioni del Parlamento europeo non mi aspetto nulla. Per quanto riguarda i partiti tradizionali non ho molto speranza che possano prendere i concetti della decrescita ed applicarli praticamente nella società attuale. La speranza viene dai movimenti che nascono dal basso, che non sono molto forti oggi e che, purtroppo, sembrano assumere connotati sempre più xenofobi e razzisti recentemente. Anche in Francia, ci si aspetta una grande affermazione del Fronte Nazionale.
Possiamo solo sperare che la necessità ecologica crei le premesse per una società migliore e più vicina alle logiche della decrescita. Il tempo a disposizione è sempre meno e possiamo solo sperare. Il Movimento 5 stelle in Italia va per alcuni versi in questa direzione, ma, non conoscendolo bene, non posso parlare molto del loro programma politico. In Francia, al contrario, non esiste nulla di similare perché la partitocrazia centralizzata è ancora molto forte.
- I paesi della zona euro, per le asimmetrie presenti che colpiscono soprattutto i paesi dell'Europa meridionale, si sono intrappolati in una situazione di disoccupazione di massa, deflazione e recessione simile a quella degli anni '30. Qual è il suo giudizio sull'euro e sulle politiche economiche della Germania?
L'euro è stato designato per essere la continuazione del Deutche Marck. Si sapeva ben, così come si sapeva quando si è deciso di compiere questo passaggio che la Banca centrale tedesca non avrebbe mai cambiato la sua logica liberista legata alla protezione dei prezzi e figlia della storia della Germania. Non si doveva fare, era un passaggio totalmente sbagliato, si sapeva e naturalmente la situazione è oggi catastrofica. Ma è drammatica anche per la Germania stessa: i suoi dati economici sono leggermente migliori, ma la condizione di vita della sua popolazione non è migliore di quella degli altri paesi.
- Da ministro delle finanze italiano, quali sarebbero i primi tre provvedimenti che attuerebbe?
Per rispondere prendo a riferimento quanto ho detto al partito dei Verdi greci, che mi ha recentemente invitato a Bruxelles per un colloquio. I primi tre provvedimenti sarebbero basati sulle tre R di riferimento della decrescita:
Rilocalizzare l'economia, per ridurre il dramma sociale della disoccupazione di massa in corso,
Riconvertire tutto il sistema con una visione ecologica; ed, infine, per uscire dalla logica contorta e suicida della società della crescita,
Ridurre, in particolare, le ore di lavoro. Lo slogan di riferimento deve essere: “Lavorare meno, Lavorare tutti, Vivere meglio”.
Per realizzare questi tre obiettivi si deve attuare chiaramente un programma concordato a livello globale. Si deve uscire dall'euro, si deve poter svalutare la propria moneta, controllare le banche, imporre una politica di protezionismo sociale ed una serie di programmi dirigistici. Sono politiche che richiedono un cambiamento epocale ed hanno bisogno di un approccio quasi rivoluzionario rispetto ad i tempi che stiamo vivendo. Ma l'alternativa è un lento declino verso l'abisso.