Elezioni subito con il Mattarellum

Di Alessandro Bianchi

Paolo Becchi.
Professore di Filosofia del Diritto all'Università di Genova. Autore di Nuovi scritti corsari. Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine (Adagio)

- Professore, ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali il premio di maggioranza senza soglia e le liste bloccate presenti nell'attuale legge elettorale del “Porcellum”. Se l'aspettava? E che riflessioni ne trae?
Confesso che non me l'aspettavo. Non sono un giurista e tecnico della materia, anche se lavoro da anni in un Dipartimento di Giurisprudenza, ma mi ha sorpreso molto come la Corte Costituzionale, per la prima volta nella storia del paese in modo così marcato, si sia espressa sulla legge elettorale, una legge fondamentale dello stato, la cui disciplina è prettamente politica e dunque spetta a Governo e Parlamento. Non è un caso che i grandi costituzionalisti aspettino ancora a prendere una posizione netta di commento e attendano le motivazioni che saranno pubblicate sembrerebbe tra un paio di settimane.
La decisione della Consulta sul premio di maggioranza e sulle preferenze pongono quindi una prima riflessione giuridica: la Corte costituzionale ha la legittimità di ridisegnare i sistemi elettorali? La Corte, a mio avviso, è andata oltre i suoi compiti, stabilendo, soprattutto per quel che riguarda l'introduzione della preferenza un criterio che deve essere introdotto, attraverso una sentenza “additiva”. Si tratta di una decisione unica che non mi aspettavo, ma bisogna prenderne atto e valutarla correttamente a livello politico.
- Alcuni giuristi sottolineano come la Consulta non abbia però cassato l'intera legge elettorale. Cosa ne pensa?
Io non sono d'accordo. I pilastri su cui si fondava l'impalcatura del Porcellum sono stati dichiarati illegittimi. Se la Corte si fosse limitata solo a dichiarare incostituzionale il premio di maggioranza – agendo come “legislatore negativo” nella visione di Kelsen - e cancellando solo un elemento della legge, sarebbe stata una posizione condivisibile e del resto è quella che si aspettava la maggior parte dei giuristi stessi. Ma la Consulta è andata oltre ed ha dichiarato che bisogna introdurre la possibilità per l'elettore di scegliere una preferenza, che implica la necessità dell'intervento del Parlamento. La legge elettorale per questo non sta più in piedi da sola.
Il vero problema oggi è che alla grave crisi economica finanziaria globale che viviamo, stiamo per aggiungere una crisi istituzionale altrettanto pericolosa. Il valore complessivo della sentenza si potrà conoscere pienamente solo con le motivazioni, ma il dato di fatto rimane incontrovertibile: con i due pilastri della legge elettorale che sono venuti meno, il Parlamento diventerà illegittimo.
- Dopo la sentenza della Corte, il giurista Pellegrino ha definito “abusivi” 150 deputati del Parlamento eletti grazie al premio di maggioranza e chiesta la sua sostituzione immediata. Cosa ne pensa?
E' chiaramente questo il primo dato che balza agli occhi: essendo incostituzionale il premio di maggioranza, ci sono una serie di deputati del Pd che non hanno il diritto di essere in Parlamento. Una volta pubblicata, la sentenza, che ha effetto retroattivo, renderà di fatto illegittimi i 148 parlamentari eletti grazie al premio di maggioranza. Ma la questione è molto più complessa e riguarda la legittimità di tutti i parlamentari, dato che in discussione è l'intera legge elettorale. Abbiamo avuto per molti anni la magistratura che ha svolto un ruolo di supplenza politica, ora ha iniziato a fare lo stesso anche la Consulta. Il dato politico fondamentale è l'immenso fallimento dei partiti, che nell'esperienza del governo Monti ed in questa fase iniziale dell'esecutivo Letta non sono riusciti a modificare una legge elettorale, che tutti sapevano che doveva essere cambiata.
-Cosa si fa per uscire da questo impasse?
Oggi l'unica soluzione realistica e percorribile sono le elezioni. Il Parlamento è illegittimo, e se ci ragioniamo lo sono indirettamente anche il Governo ed al limite anche il Presidente della Repubblica, che è stato eletto da questo Parlamento. Siamo in una situazione potenziale di totale paralisi istituzionale. Cosa si fa? Si può solo tornare al Mattarellum, l'ultimo sistema elettorale costituzionalmente valido. Da questo punto di vista è lodevole il tentativo di oggi del M5S di richiedere una convocazione immediata dei capi gruppo per calendarizzare la questione della legge elettorale, ma la presidentessa della Camera Laura Boldrini non ha voluto modificare i lavori. L'urgenza sollevata dal M5s è pertinente, perché non si può pensare che i partiti trovino oggi, in una situazione di frammentazione politica crescente, un'intesa su una legge elettorale dopo che non l'hanno fatto governando insieme per due anni.
Al tempo di quella che ho definito “proragatio”, avevo proposto una legge elettorale basata su questi due punti :”La legge elettorale attuale è abrogata. Si ripristina quella precedente”. Proposta fatta proprio dal Movimento Cinque Stelle, ma gli altri partiti hanno detto che non si poteva fare perchè il Parlamento senza governo non poteva operare. Il caso della Germania, senza Governo da oltre due mesi dalle elezioni del 22 settembre, e con il Parlamento pienamente operativo dimostra il contrario. Al contrario, non può esistere un paese senza legge elettorale. Neanche il paese di re Giorgio.
Continua a leggere. Per la seconda Parte dell'Intervista al Prof. Becchi sui possibili scenari politici: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=6331

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