Quattro anni, due piani di "salvataggio" e 1000+1 misure d'austerità, il popolo greco ha ormai toccato il fondo


Migliaia di greci erano ieri in fila davanti le banche per la scadenza del pagamento della nuova tassa unificata sulla proprietà, l'ENFIA. La maggior parte erano pensionati che avevano ricevuto la pensione il giorno prima e che saranno costretti, per il mese di ottobre, a rinunciare a beni di prima necessità e medicinali per questa nuova imposta del governo. Molti di loro, inoltre, non saranno in grado di pagare il riscaldamento delle proprie abitazioni anche nel prossimo inverno, dato che le rate dell'ENFIA finiranno a febbraio.
La formula matematica di “reddito-spesa” è semplice, scrive il blog KTG: ogni euro addizionale che lo stato ruba dai portafogli dei suoi cittadini, la sta prendendo all'interno di un budget mensile di sopravvivenza. Non sono solo i pensionati che hanno subito le conseguenze peggiori dalle misure d'austerità e della sovra-tassazione. Con 1.3 milioni di disoccupati su un totale di 10 milioni di abitanti che cercano di sopravvivere in un ambiente di un welfare state collassato (dove l'indennità è solo 360 euro per solo 12 mesi e l'alternativa sono lavori part-time per un salario da 200-300 euro), in molti sono costretti a rivolgersi agli istituti di carità per pasta, riso, zucchero e latte. Queste persone, prosegue KTG, considerano il formaggio “un lusso”, frutta e verdura una “rarità” e credono che la carne, pollo e uova sia ormai fantascienza.
Il cibo non è l'unico problema di sopravvivenza per chi era in fila a pagare quella tassa ieri: medicinali, detergenti, affitto, luce, gas.... I greci sono ormai allo stremo per la crisi economica e non c'è alcun segno di ripresa. I creditori del paese hanno iniziato i nuovi stucchevoli incontri di rito con il governo per chiedere nuove misure d'austerità: secondo la stampa greca, queste misure si tramuteranno in nuovi tagli in pensioni e garanzie di Welfare per le fasce meno abbienti. In conformità con le linee guida del Fondo Monetario Internazionale, non c'è nulla per quel che riguarda crescita e sviluppo, ma solo “tagli”, “tagli”, “tagli” e misure d'austerità che il governo greco trasforma sistematicamente in nuove tasse.
Quattro anni, due piani di salvataggio e 1000+1 misure d'austerità dopo, l'economia privata del paese – in particolare piccole e medie imprese – è distrutta e milioni di persone sono state catapultate in una povertà profonda: secondo un rapporto pubblicato recentemente attraverso la commissione bilancio del Parlamento oltre il 60% della popolazione greca vive sotto la soglia di povertà o rischia di finirci: 6.3 milioni di persone su una popolazione di 10 milioni. Le persone stanno sprofondando nei debiti solo per sopravvivere. Debiti che chiaramente non potranno mai ripagare e la maggior parte della classe media di una volta ha dichiarato “bancarotta”.
Gli ultimi sondaggi in Grecia danno il principale partito d'opposizione nel paese, SYRIZA, in vantaggio rispetto alla coalizione del premier Samaras, all'interno della quale il Pasok ha meno del 4% (un collasso storico se si considera che nel 2009 vinceva le elezioni con il 44% per poi vendere il paese a Fondo Monetario Internazionale e gli altri creditori). Non si tratta tanto di fiducia nel programma economico di SYRIZA - anche perché non rimane molto chiaro e non mette in discussione la partecipazione del paese nella zona euro - ma la volontà di cambiamento di un popolo sotto tortura economica.
Vista la reticenza che la troika ha verso tutti gli strumenti democratici, è comunque ingenuo sperare in nuove elezioni al momento. Al massimo si procederà al commissariamento di Samaras con una figura tecnica amica qualora il premier non sarà in grado di procedere fino in fondo con la tortura richiesta.
La situazione della Grecia sotto commissariamento dei creditori internazionali è la fotografia di quello che accadrebbe, anno dopo anno, anche in Italia con l'arrivo della troika. Ma qualche criminale dell'informazione, dell'economia e della politica continua ad invocarlo anche per il nostro paese.

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