Matteo Renzi, il Messer Nicia dei nostri tempi


di Cesare Sacchetti
Nella Mandragola di Niccolò Machiavelli, lo stolto Messer Nicia convinto che la moglie Lucrezia soffra di sterilità, cade nel raggiro di Callimaco, che con un inganno lo convince a somministrare una pozione di mandragola per guarire la sterilità della consorte. Callimaco fa credere a Nicia che tale pozione avrà l’effetto di guarire la sterilità di sua moglie, ma causerà la morte della prima persona che andrà a letto con la bella Lucrezia. Callimaco camuffandosi da mendicante sarà il primo ad andare a letto con Lucrezia e riuscirà a diventare il suo amante, grazie a questo raggiro e Messer Nicia sarà felice per aver guarito la sterilità di sua moglie.
Un personaggio di questo tipo potremmo definirlo senza troppi patemi “becco”, per l’estrema banalità e credulità con le quali lo si può gabbare con disarmante facilità. Per tornare ai nostri tempi moderni, non possiamo non notare delle analogie tra Messer Nicia e il premier Matteo Renzi. Entrambi sono convinti di fare la cosa giusta e non si rendono minimamente conto di ciò che accade intorno a loro. Renzi, accolto pressoché in ogni piazza italiana a fischi e ortaggi, ha da poco presentato la Legge di Stabilità, che a suo dire dovrebbe garantire crescita e tagli alle tasse.

Lo ha ribadito anche nel salotto della domenica pomeriggio di Barbara D’Urso, ambiente che gli è congeniale per esporre al Paese una manovra economica che non è affatto detto che riceva l’approvazione della Commissione Europea a Bruxelles, poiché nella Legge di Stabilità è previsto una correzione di PIL dello 0,1% mentre gli austeri e freddi commissari europei pretendono uno 0,7%. Non sappiamo se la manovra sarà bocciata, però possiamo dire fin da ora che le probabilità non giocano a nostro favore, perché il Presidente uscente della Commissione Barroso pare che consideri la nostra posizione già aldilà dei limiti consentiti di deficit che il Governo Renzi è ben lungi dal contestare, ma ha più volte ribadito di voler rispettare pedissequamente.
Katainen, il Commissario Ue per gli Affari Economici si è affrettato a dire che sono sotto esame “le cifre e le misure che ci ha inviato il governo italiano” e “occorrono chiarimenti su alcuni dati”. Nella sciagurata idea di una bocciatura della manovra, partirà la corrispondenza epistolare da Bruxelles che già abbiamo visto tre anni fa quando Berlusconi era premier, che ebbe in dote la lista delle cose da fare, con la differenza sostanziale che questa volta si va incontro ad un vero e proprio commissariamento. Addio anche a quel pallido barlume di sovranità che ci è stato concesso. Gli attori del Governo in questo caso verranno sostituiti da figure calate dai poteri tecnocratici (si legga Troika), e assisteremo inermi(?) allo spolpamento del risparmio degli italiani con annessa svendita del mobilio di casa, attuando quella politica di privatizzazioni tanto care ai finanzieri, che come avvoltoi affamati sulla carcassa di un cadavere, non aspettano altro che di potersi fiondare sul corpo dell’Italia per poterne lacerare le carni già duramente provate.
Il pensiero non cerca necessariamente l’ipotesi peggiore, poiché sono stati proprio i media e la carta stampata delle firme che contano ad adombrare e persino ad auspicare l’ipotesi che l’Italia venga commissariata definitivamente, per concludere questa agonia con definitiva estinzione della civiltà italiana. De Bortoli aprì le danze in luglio prendendo le distanze, forse per un dissenso opportunistico, dal pensiero unico dell’austerity e annunciò che la Troika sarebbe venuta in autunno per ripetere ciò che era stato fatto in Grecia, ridotta sull’orlo della povertà dopo tre anni di cure della Troika. Lo seguì a ruota Scalfari, che in uno dei suoi editoriali domenicali quasi ammoniva Renzi della forte possibilità di quest’opzione, sottolineando come questa fosse l’unica soluzione possibile per ostacolare la deflazione e invitando Renzi a ingoiare l’orgoglio e a lasciar spazio ai professionisti del massacro sociale, concetto ribadito un mese fa circa nella nuova trasmissione di Giovanni Floris su La7.
L’Italia sta bevendo la pozione di mandragola di Bruxelles, convinta da una propaganda totalizzante dei media, che questa sia l’unica cosa da fare per salvare sé stessa. Nel frattempo la sovranità viene scardinata ed entrano dei soggetti senza volto, sconosciuti alle masse, che si appropriano delle risorse e dei risparmi degli italiani con l’inganno, la frode e soprattutto con l’appoggio di un sistema partitico che sta tacendo davanti a questo scempio e si volta dall’altra parte.
Il colpo di Stato permanente, definito efficacemente dal Professor Becchi, ha reso possibile tutto ciò solamente grazie alle prerogative costituzionali schiacciate, soppresse, ridotte a mere parole che non hanno alcun più potere nella realtà vissuta. Scriveva il filosofo russo Vasilij Rozanov:” Dai grandi tradimenti hanno inizio i grandi rinnovamenti”. Può essere tanta distruzione l’inizio di una grande rinascita?

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