di Eugenio Cipolla
La notizia non è di quelle freschissime, anche perché oltre i confini della Russia è stata nascosta con cura e abilità dai media occidentali. Ma adesso che piano piano la voce si sta spargendo, la cosa sta iniziando a destare non poco scalpore tra gli addetti ai lavori nei mercati finanziari e tra alcuni giornalisti del vecchio continente. A tal punto che anche la rivista tedesca Die Welt ci ha dedicato un lungo e dettagliato articolo. La scorsa settimana il ministero delle Finanze russo ha messo sul mercato 1,25 miliardi di dollari in obbligazioni (con rendimento decennale al 3,99%), ricevendo un successo inaspettato.
“Da maggio l’atteggiamento verso la Russia è migliorato in modo significativo - ha scritto Eduard Steiner - Mosca è riuscita a far dimenticare le sanzioni e la crisi economica”. Secondo l’autore Mosca è “disperatamente” in cerca di denaro, ma anche gli investitori a loro volta sono “disperatamente” alla ricerca di titoli sicuri sui quali investire con pochi rischi. “Era molto che non registrava un livello così alto di investimento su obbligazioni russe”, ha commentato Blazej Dankovskiy, esperto della società City Group di Londra, specializzata nei mercati del debito di Russia e Kazakhstan.
La Russia attualmente ha bisogno di nuovi capitali per dare una spinta positiva all’economia, che si sta riprendendo dopo due anni difficili. Il Pil del paese nell’anno in corso dovrebbe vedere per la prima volta il segno più e un certo grado di stabilizzazione emerge da tutti gli altri indicatori economici. Al contrario di molti paesi occidentali, Mosca è nelle condizioni di poter ricevere nuovi prestiti. Questo perché il debito pubblico russo non supera il 15% del Pil, cosa che i paesi occidentali si possono solamente sognare. Il merito ovviamente va ascritto a Putin. E non la una lode costruita ad arte, quanto più un dato di fatto. Perché nei suoi primi anni di governo, sullo sfondo del boom delle materie prime, il presidente russo aveva cominciato a pagare il debito estero con l’obiettivo di smaltire un carico pericoloso in caso di instabilità finanziaria.
A dar manforte alle condizioni della Russia c’è la possibilità di un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio a breve termine, cosa che potrebbe migliorare sensibilmente la situazione del paese. Ed è forse anche per questo motivo che il portafoglio ordini dell’ultima asta si è chiusa con richieste per 7,5 miliardi di dollari. Per il WSJ questo aiuterà la Russia “a raggiungere il suo obiettivo di raccogliere 3 miliardi di dollari di prestiti esterni nell’anno in corso”. Uno schiaffo in piena regola agli Usa e all’Ue, che negli ultimi mesi avevano osteggiato l’acquisto di titoli russi da parte di società occidentali, facendo pressioni politiche. Tuttavia il governo russo non è sotto sanzioni e l’acquisto di titoli emesso dal suo ministero delle Finanze è assolutamente legale.
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