Bye Bye Poro. La Tymoshenko incontra Trump: gli Usa si apprestano a cambiare cavallo in Ucraina

di Eugenio Cipolla

Seppur con molte ambiguità per il momento, soprattutto a causa di molte resistenze all’interno del Partito Repubblicano e alle prese di posizione del proprio ambasciatore presso le Nazioni Unite, qualcosa sta cambiando nell’approccio degli Stati Uniti sulla crisi ucraina. Rispetto alla precedente amministrazione Obama, che su Maidan aveva investito molto per sfilare a Putin quello che considera il giardino di casa proprio, le diversità di vedute stanno iniziando a emergere poco a poco. Se ne è accorto anche Serghei Lavrov, che parlando alla Tass ha notato come nelle ultime settimane ci sia stato da parte degli Stati Uniti “un cambiamento qualitativo” nell’affrontare il problema ucraino. “Se Kiev dovesse riconquistare il Donbass, la cosa non risolverà affatto tutti i problemi e questo è chiaro sia agli Usa che all’Europa”, ha affermato il capo della diplomazia russa.

Che le cose stiano cambiando, non si capisce ancora se in meglio o in peggio, lo si intuisce dalle azioni e dalle dichiarazioni del neo-presidente Usa, il quale negli ultimi giorni si è impegnato molto sul fronte Europa orientale. Prima nel colloquio telefonico con Poroshenko, che però sembra aver deluso le aspettative della parte ucraina, almeno a sentire i commentatori e gli analisti dell’ex repubblica sovietica. Trump ha accolto molto freddamente le richieste di Poroshenko, non ha affrontato il tema delle sanzioni, ha parlato di guerra lungo il confine russo-ucraina, pur sapendo che in realtà la guerra è all’interno dell’Ucraina. Dove, a quanto pare, il disimpegno degli Usa sarà sempre più progressivo, almeno sul fronte Donbass, dove le speranze di riconquista sono davvero poche a tre anni dall’inizio di quello che doveva essere un semplice blitzkrieg.

“Negli Usa non sappiamo esattamente cosa sta accadendo in Ucraina”, ha ammesso Donald Trump in una intervista rilasciata a Fox News. Nella versione completa dell’ormai celeberrima intervista (quella dove il conduttore chiede a Trump se Putin sia un assassino), il presidente americano ha ammesso che i servizi segreti degli Usa non sono in grado di comprendere a pieno ciò che sta accadendo. “Non sappiamo chi controlla l’esercito (filorusso), non sappiamo cosa succede”, ha ammesso. Parole che se da un lato fanno sorridere, visto che gli Usa sono abbastanza radicati in quei territori, dove hanno mandato diversi uomini sotto copertura, dall’altro rendono chiaro l’obiettivo di Trump: giocare la carta Ucraina per avviare una proficua collaborazione con Putin e scaricare Poroshenko, il quale, assieme a molti ministri del governo Groysman, aveva fatto apertamente campagna elettorale per Hillary Clinton, sulla quale a Kiev puntavano per ricevere finalmente armi letali da utilizzare in Donbass.
Su questo punto Trump sembra convinto a cambiare cavallo e puntare su Julia Tymoshenko. L’eroina della rivoluzione arancione non è certo una fan di Putin, anzi, ma in patria può sicuramente giocarsi la carta della salvatrice, capace di mediare e restituire al paese il Donbass, magari rinunciando ufficialmente all’ormai perduta Crimea. Ma per fare questo tutti hanno bisogno di tutti in un circolo vizioso quanto perverso: Trump della Tymoshenko, la Tymoshenko di Putin, Putin di Trump. In un gioco di trame e incontri in stile House of Cards, la scorsa settimana la Tymoshenko, che sta iniziando un lungo tour per accreditarsi nelle maggiori cancellerie internazionali, ha incontro proprio Trump, nel corso di un ricevimento. “C’è una buona notizia: il presidente degli Usa ha assicurato pieno sostegno all’Ucraina”, ha detto la leader di Batkivscshina all’emittente televisiva ICTV. E su di lei che gli Usa potrebbero puntare per arrivare alla soluzione del conflitto e guadagnare crediti nei confronti della Russia.

Che Poroshenko sia ormai ai titoli di coda, ne sono convinti molti. Oleg Tsarev, ad esempio, ex deputato della Verkhovna Rada ai tempi di Yanukovich e oggi presidente del Parlamento della Novorossia, a DayTv ha detto rivelato come sia grandi le possibilità che il presidente russo e il suo omologo americano accettino di combattere insieme il terrorismo. “Poroshenko è proprio uno di questi”, ha detto Tsarev. “Io so che al momento ci sono intensi negoziati tra i repubblicani e Julia Tymoshenko per la successione all’attuale presidente”. E in questo quadro di scambi, pesi e contrappesi, il nuovo primo ministro potrebbe essere quel Yuriy Boyko che oggi è il capo del Blocco d’opposizione (il partito filorusso) in Parlamento, a dimostrazione di come le voci sulle intenzioni di Kiev di riprendersi il Donbass in cambio della Crimea siano più che fondate.

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