ONU: Le sanzioni occidentali aggravano la situazione dei civili in Siria


"Non voglio sottovalutare il ruolo del conflitto nel creare questa situazione orribile, ma voglio sottolineare che le misure restrittive peggiorano solo la situazione", ha lamentato ieri Idriss Jazairy, relatore speciale delle Nazioni Unite (ONU) sui diritti umani e le sanzioni internazionali.

Dopo aver deplorato che le sanzioni incidono in modo sproporzionato sui civili, in particolare sulla popolazione più vulnerabile, Jazairy ha espresso la speranza che le parti interessate alla crisi garantiranno il rispetto di altri diritti umani in Siria.

Le sanzioni unilaterali dei paesi occidentali, secondo il relatore, spingono le aziende a evitare restrizioni e a cercare altri metodi di finanziamento, spesso illegali, come aumentare i prezzi dei loro prodotti, ritardare le forniture e ridurre la trasparenza dei loro business.

Dall'inizio della crisi in Siria, diversi paesi occidentali stanno lanciando una "campagna di sanzioni" contro il governo siriano, con il pretesto della violazione dei diritti umani e della repressione delle proteste. Nel caso più recente, il Consiglio dell'Unione europea ha prorogato fino al 1 giugno 2018 le misure restrittive nei confronti del paese arabo.

Attualmente, 240 persone e 67 entità siriane sono soggette a un divieto di viaggio e all'immobilizzazione di beni da parte dell'Unione europea (UE).

Inoltre, un gran numero di autorità e entità siriane sono sotto pressione dalle sanzioni statunitensi. Il programma di sanzioni siriane implementato dall'Ufficio statunitense per il controllo dei beni stranieri (OFAC) ha iniziato nel 2004 a contrastare le presunte politiche del governo di Damasco in "sostegno al terrorismo". Washington ha rafforzato le misure dopo l'inizio della crisi nel paese arabo.

Il programma di sanzioni della Siria è uno dei programmi di sanzioni più completi attualmente attuati dall'OFAC.

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