Venezuela, l'amnistiato Abrams minaccia l'Italia dalle pagine de la Stampa. E non è un'interferenza questa?



La Stampa, tra una denuncia di surreali interferenze russe o cinesi e l’altra, pubblica oggi una incredibile intervista all’”inviato” degli Stati Uniti per il Venezuela ad opera di Paolo Mastrolilli, noto anche per qualche fantasioso reportage proprio sul paese sudamericano.

Parliamo di Elliot Abrams. Neanche una riga sul criminale amnistiato da George W. Bush chiaramente di premessa nell'articolo-intervista de la Stampa. Neanche una riga sul passato di questo signore.

Ve lo presentiamo noi.



L'11 dicembre del 1981 le truppe addestrate dagli Stati Uniti assassinarono 800 civili disarmati nel villaggio salvadoregno El Mozote. Quando si seppe del massacro, il responsabile degli affari umanitari degli Stati Uniti, il signor Elliott Abrams, accusò i giornalisti che lo svelarono di fare “propaganda comunista”, e poco dopo, si riferì alla politica nordamericana in El Salvador definendola "un risultato favoloso".

10 anni dopo, Abrams è stato condannato per aver venduto illegalmente armi all'Iran per finanziare i paramilitari in Nicaragua, alimentando una guerra civile che è costata la vita a 50 mila persone.



Amnistiato da quel gentiluomo di Bush, Abrams è stato incorporato nuovamente nel Dipartimento di Stato, ed è considerato uno degli architetti dell'invasione illegale in Iraq. Una guerra che è costata la vita ad almeno 280 mila civili in un massacro che non vede fine e che conta milioni di morti e profughi.

Nessuno più di Abrams è esperto in colpi di stato, guerre illegali e violazioni massive dei diritti umani. Proprio per questo è stato scelto oggi come “inviato speciale per il Venezuela” da parte dell’amministrazione Trump. La deputata democratica Ilhan Omar lo ha smascherato recentemente in un'audizione al Congresso Usa. Vi invitiamo a vedere con molta attenzione questo video e ad osservare la reazione di Abrams:




Neanche una riga chiaramente nell’intervista di oggi da parte di Mastrolilli su tutto questo. Dalle pagine del quotidiano diretto da Molinari, al contrario, il condannato amnistiato si può permettere di minacciare il nostro paese: “siamo delusi dalla posizione italiana riguardo il riconoscimento di Guaidò come presidente ad interim”. E ancora: “Speriamo che le continue dispute, e le discussioni in corso, portino ad un certo punto a quella che noi vedremmo come la scelta migliore […] Noi pensiamo che questa sarebbe la scelta giusta da fare”. E se non è un’interferenza questa, vi chiediamo: che cos'è un'interferenza?

Dopo il fallimento del golpe pagliacciata del 23 gennaio e il tentativo di invasione con il pretesto “umanitario” del 23 febbraio è rimasto solo l’opzione militare ai teorici come Abrams del golpe contro il Venezuela. Ed è questo che dice chiaramente anche nell’intervista a Mastrolilli. "Tutte le opzioni sono sul tavolo". Mentre dalla Colombia si arma un esercito di mercenari sul modello siriano, Abrams sostiene che "vanno fermati i cattivi attori o terroristi" di Hezbollah, guerriglieri di ENL e Farc e la sicurezza cubana "che operano in Venezuela". La solita scusa e il solito pretesto.

Ma per rispondere ad Abrams, o alla Stampa scegliete voi, basta riportare la surreale dichiarazione di ieri del portavoce del Dipartimento di Stato in cui tutti i castelli di menzogne della pagliacciata in corsa crollavano: mentre minacciava i mezzi di informazione di utilizzare per il deputato Guaidò il termine “presidente interino” e nessun altro, interveniva un coraggioso giornalista che lo umiliava e lo costringeva a questa figuraccia. Osservate con attenzione:



Purtroppo di fronte ad Abrams non c’era lo stesso giornalista.... ma Mastrolilli.

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