Ministro Dadone, basta slogan neo-liberisti alla Renzi


di Kartana


Ministro Dadone, ho sentito il suo intervento all'I-Com, Istituto per la competitività, e già questo mi suona sinistro.

L'ho capita.

Lei si porta l'eredità delle teorie manageriali del cosiddetto periodo del neoliberismo, flessibilità, obiettivi, risultato, management, prontezza di cambiamento. Sembra di sentire Renzi o Marattin.

Nulla dice del fatto che mancano 800 mila persone nella PA, per non parlare degli stipendi.

C'è stata un'altra ministra, nel 1978, che non aveva il bavaglio culturale del neoliberismo che ha lei, Tina Anselmi, che assunse tra il 1978 e il 1981 un milione di persone. Sicuramente c'erano sfaccendati ma chi ha oggi 60-65 anni mi racconta che sanità, enti centrali e periferici, scuola, ecc. funzionavano come una macchina. Lei vuole la moglie ubriaca e la botte piena, si è fatta i conti senza l'oste.

Quella generazione sta andando in pensione e oggi si è saputo che con il Recovery Fund, aumentando debito e deficit, bisogna tagliare allo stesso tempo la spesa. Immagino dove. Sempre oggi ho letto che mancano 260 mila insegnanti, di sostegno e non solo.

Quanto alla digitalizzazione, da lei tanto sbandierata, Le racconto un fatto. Entrai alla Provincia da precario nel 2003, era tutto digitalizzato, archivio elettronico, determine e delibere digitalizzate. Supervisionava un esperto informatico anche lui precario, allora. La provincia fu smantellata, in nome della semplificazione amministrativa e territoriale e in nome dell'attacco alla cosiddetta "casta" dei dipendenti pubblici. Ecco perchè le Sue sono chiacchiere.


P.s. Più vado avanti, più mi accorgo che questa generazione al potere, non solo politica, ma economica, bancaria, assicurativa, intellettuale, mediatica, nulla sa di quanto successe in Italia prima del 1994, dalla venuta di berlusconi. C'è stata una censura, tangentopoli disse che il mondo di prima era da buttare. E allora accuse di statalismo, comunismo, socialismo, democristianesimo. Quasi fossero spazzatura. Ma quelle correnti hanno fatto grande l'Italia. Il popolo italiano, a leggere i commenti sui social, ha di quel periodo lo stesso disprezzo dei cantori di tangentopoli e sempre più è così. Hanno il privato e il neoliberismo nella testa, e magari hanno un salario di 800 euro, da precari. Siamo diventati tutti americani, con la differenza che lì sta crescendo un'onda critica di pensiero.

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