Maduro: "L'incontro con Ali è un grande risultato per l'America Latina e i Caraibi"

12 Dicembre 2023 14:55 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Nell’ambito del suo programma Con Maduro + il presidente venezuelano ha fatto riflessioni sulla natura dell'imperialismo e il suo ruolo nel plasmare i destini politici. Maduro, affrontando l'ascesa e la caduta di Juan Guaido, il fantoccio golpista cosiddetto presidente autoproclamato del Venezuela, denuncia il fenomeno dei "fantocci imperiali".

Attraverso il parallelo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, etichettato come un "buffone", Maduro evidenzia come questi individui siano strumentalizzati, consumati e poi abbandonati dall'imperialismo. Il leader bolivariano sottolinea la ciclicità di questo processo, predice ulteriori esempi simili e invita a una riflessione critica sulle dinamiche geopolitiche che alimentano divisioni, menzogne e conflitti.

Queste le parole di Maduro: “Questa non è la prima e non sarà l'ultima volta che l'imperialismo mette in piedi un fantoccio, lo usa, lo brucia, lo distrugge - puff! - e lo butta via.

Abbiamo avuto il nostro buffone, come Zelensky - Guaidò. Un buffone ancora più grande. Nel 2019, 2020, 2021, 2022 si è autodefinito presidente. E nel 2023 l'imperialismo lo ha preso e - puff! - si è sbarazzato di lui gettandolo in un cassonetto a Miami. Ora vive a Miami come un rifiuto. Sì, essendo un multimilionario.

E ci saranno altri esempi di uomini e donne come Guaidò che saranno usati per provocare, mentire, dividere, riempire il popolo di rabbia, portare la guerra.

Cosa si vede in questo specchio? Quelli che servono l'impero - l'impero è come il diavolo: lo servi e poi ti sputa addosso, ti calpesta. E questo sembra essere il destino di Zelensky. Appena fallisce, viene buttato fuori, viene calpestato, viene disprezzato, viene abbandonato. Questo è il destino di chi vende l'anima al diavolo”.

Il presidente venezuelano ha anche affrontato un tema caldo come la disputa con la Guyana per il territorio dell’Esequibo. A tal proposito ha definito un "grande risultato" per l'America Latina e i Caraibi l’incontro previsto il prossimo 14 dicembre a a Saint Vincent e Grenadine con il suo omologo guyanese Irfaan Ali.

A pochi giorni dal colloquio faccia a faccia con il suo omologo della Repubblica Cooperativa di Guyana, il capo di Stato venezuelano ha dichiarato che questo è ciò che "abbiamo sempre voluto e ci stiamo andando con la migliore volontà".

"Portiamo la voce del popolo venezuelano e cercheremo di incanalare il conflitto che è sorto a causa delle decisioni illegali del governo della Guyana e della ExxonMobil, in modo diplomatico e pacifico".

Il leader bolivariano ha insistito sul fatto che il Venezuela va a questo incontro "con la migliore buona fede e con l'esperienza diplomatica che questi anni di lotta ci hanno dato", dopo che la Guyana ha accettato la proposta di dialogo del Venezuela.

Ha commentato che le dinamiche intorno alla questione sono state intense, riferendosi alla lettera di risposta inviata al Primo Ministro di Saint Vincent e Grenadine, Ralph Gonsalves.

Con la lettera in mano, il leader venezuelano ha spiegato che il documento è stato inviato in copia al suo omologo guyanese, oltre che al Presidente della Repubblica Federativa del Brasile, Luiz Inácio Lula Da Silva, al Primo Ministro del Commonwealth di Dominica e al Presidente Pro Tempore della Caricom, Roosevelt Skerrit.

Riguardo all'incontro di giovedì 14, ha rivelato che lo scorso venerdì ha parlato con il Segretario Generale delle Nazioni Unite (ONU), Antonio Guterres, al quale "ho spiegato molto bene la posizione del Venezuela sul rispetto del mutuo consenso obbligatorio nel quadro dell'Accordo di Ginevra per intraprendere qualsiasi azione".

Il presidente Maduro ha anche detto di aver spiegato a Guterres "la posizione del Venezuela sullo statuto della Corte internazionale di giustizia (...) la posizione storica dal 1945 sul non riconoscimento della giurisdizione della Corte internazionale di giustizia per risolvere la disputa sulla Guyana Esequiba".

A questo proposito, il Presidente ha spiegato che il dialogo ha incluso anche la sua richiesta a Guterres di svolgere un ruolo positivo come Segretario Generale delle Nazioni Unite per riprendere il dialogo.

"Si è impegnato con me a farlo", ha sottolineato il presidente Maduro. “Sabato – ha poi spiegato Maduro - ho parlato con il presidente Lula Da Silva. Abbiamo parlato a lungo. Mi ha chiamato per ascoltarmi, per ascoltarci, abbiamo riflettuto insieme, poi hanno manipolato la conversazione. I media di destra hanno manipolato la conversazione che ho avuto con Lula", ha detto, affermando che "è stata una conversazione amichevole e rispettosa", dato che "Lula è un leader rispettoso, è il presidente di una potenza mondiale, il Brasile, è un uomo che rispetta il decoro, la sovranità, l'onore, i popoli e, in modo molto particolare, è molto rispettoso del Venezuela".

Riguardo alla portata di questa conversazione, ha affermato che il leader brasiliano "si è anche impegnato fermamente per un dialogo diretto, faccia a faccia, che è quello che propongo da sempre, dialogo faccia a faccia, risoluzione attraverso l'Accordo di Ginevra, risoluzione diplomatica, pacifica, basata sul nostro concetto di Diplomazia di Pace Bolivariana".

Successivamente, "il primo ministro Ralph Gonsalves, presidente della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (Celac), mi ha chiamato, abbiamo parlato a lungo" e lui "ha letto la lettera che poi ha reso pubblica, e mi ha detto che la Caricom aveva accettato di proporre un dialogo, e che il dialogo sarebbe stato presieduto dalla Celac, accompagnato dalla Caricom e da altri attori internazionali, invitando il Segretario generale delle Nazioni Unite a partecipare, e così è stato concordato".

Il presidente Nicolás Maduro non ha esitato a dire che si tratta di un grande risultato. "Di chi? Del popolo venezuelano, della volontà, dell'esercizio della sovranità del popolo venezuelano, è uno dei primi grandi risultati del passo storico del 3 dicembre, perché questo si risolve parlando, faccia a faccia, l'ho detto in tutti i modi in cui posso dirlo”.

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