Cresce la tensione in Argentina: il governo minaccia di sottrarre lo stipendio agli statali che scioperano

19 Gennaio 2024 14:17 La Redazione de l'AntiDiplomatico

La tensione politica in Argentina, iniziata con l'insediamento del presidente Javier Milei, si è intensificata giovedì scorso quando il portavoce presidenziale, Manuel Adorni, ha annunciato che il governo sottrarrà lo stipendio ai dipendenti statali che parteciperanno allo sciopero nazionale indetto dalla Confederación General de Trabajadores (CGT) per mercoledì 24 gennaio.

Adorni ha dichiarato in conferenza stampa: "Si è presa la decisione di sottrarre lo stipendio a tutti i dipendenti statali nazionali. Lo stipendio è una controprestazione e chi non lavora, è ragionevole che non venga pagato". Ha anche criticato la mobilitazione, sostenendo che al governo non è ancora chiaro quale sia la richiesta dei sindacati.

In risposta, il segretario generale dell'Associazione dei Lavoratori dello Stato, Rodolfo Aguiar, ha affermato che lo sciopero è responsabilità esclusiva del governo a causa delle politiche adottate che hanno impoverito rapidamente la maggior parte della popolazione.

La CGT ha indetto lo sciopero generale in protesta contro il Decreto di Necessità e Urgenza (DNU) e la 'legge omnibus' presentati dal presidente, che riformano completamente le norme del paese. In particolare, contestano la riforma del lavoro che precarizza le condizioni di lavoro, facilita i licenziamenti, elimina le indennità, limita il diritto di sciopero e danneggia migliaia di dipendenti sia nel settore pubblico che privato.

La giornata di protesta ha ricevuto adesioni internazionali, tra cui quella della Intersindical di Francia, che si mobiliterà presso l'ambasciata argentina a Parigi per solidarizzarsi con i sindacati del paese sudamericano. Gli animi sono accesi da quando Milei è diventato presidente, con proteste frequenti, e si prevede che la manifestazione del prossimo mercoledì sarà la più numerosa.

Nel frattempo, il dibattito si riflette nei tribunali, poiché la Corte del Lavoro ha stabilito che la Corte Suprema avrà l'ultima parola per approvare o respingere la riforma del lavoro inclusa nel DNU di Milei. La CGT e la Central de Trabajadores de Argentina (CTA) avevano ottenuto una misura cautelare che bloccava la riforma, ma il processo continuerà nelle udienze del massimo organo giudiziario. La Unión Industrial Argentina (UIA) ha annunciato il suo sostegno al governo nel processo legale contro il DNU, difendendo la modernizzazione della legislazione del lavoro.

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