di Marinella Correggia - SibiaLiria
Il centenario della rivoluzione russa dovrebbe essere una celebrazione per la pace.
Infatti una pietra miliare della Rivoluzione d’ottobre (avvenuta in realtà il 7 novembre) fu l’uscita dalla prima guerra mondiale. “La Rivoluzione bolscevica fu una rivoluzione contro la guerra”, ci spiega una trasmissione di Telesur, Empire Files.
La rivoluzione d'Ottobre del 1917 avvenne perché quella borghese di febbraio continuava a sottostare al ricatto delle potenze belligeranti europee e non si ritirava dal macello della Prima guerra mondiale. L’”inutile strage”, la chiamò papa Benedetto XV, nella sua lettera a “tutti i capi dei popoli belligeranti”.
Ebbene nel 1917, un paese entra nel crimine della guerra e un altro se ne sottrae, chiedendo a gran voce la pace. Il primo paese: gli Stati Uniti che, tempestivi, si fanno avanti per non rimanere fuori dalla spartizione della torta.
E invece, uno dei primi atti del governo bolscevico nato dalla Rivoluzione d'ottobre in Russia, è la proposta rivolta a tutti i belligeranti di un immediato armistizio generale, per giungere entro breve tempo a una conferenza per una pace "giusta e democratica». Lenin legge la risoluzione davanti ai soldati sopravvissuti alle trincee, e a un popolo affamato e mutilato: «Il governo operaio e contadino, creato dalla rivoluzione del 24 e 25 ottobre e basato sui soviet dei deputati operai, soldati e contadini, propone a tutti i popoli belligeranti e ai loro governi di iniziare immediatamente trattative per una pace giusta e democratica».
La rivoluzione si rivolge ai governi perché, senza quelli, la pace tarderebbe troppo ad arrivare, ma sostiene soprattutto che occorre «aiutare gli altri popoli a intervenire nelle questioni della guerra e della pace». Lenin spiega che la rivoluzione sarà accusata di violare i trattati ma ne è fiera: «Rompere le alleanze di sanguinose rapine è un grande merito storico». La Russia repubblicana e rivoluzionaria offre la disponibilità a esaminare qualunque proposta, senza precondizioni. Inascoltata, salvo che dalla Germania, la Russia esce dalla guerra unilateralmente, accettando dure condizioni.
È la prima, enorme applicazione di quello che sarà uno slogan dell'epoca sovietica: miru mir (pace al mondo, e anche mondo di pace poiché mir significa sia pace che mondo). Un grande esempio di saggezza da parte di una rivoluzione che, liberati 150 milioni di russi dalla schiavitù zarista, prometteva tutto, oltre al pane e alla pace: che un fabbro potesse diventare dirigente di officina, un barbiere alto funzionario, un infermiere direttore di ambulatorio…
Una rivoluzione senza la quale, come ha spesso ricordato Fidel Castro, le lotte anticoloniali sarebbero state ancora più ardue.
Marinella Correggia
di Marinella Mondaini Zelenskij tenta di imbastire un'altra "Bucha". Dopo il fiasco del fake "strage russa di bambini a Krivoj Rog", non gli è parso vero di avere a portata di mano un'altra occasione:...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Con l'avvento dell'amministrazione Trump abbiamo visto una enorme svolta nelle politiche fiscali e commerciali del Paese alle quali si legano quelle altrettanto...
di Daniele Luttazzi - Nonc'èdicheFatto Quotidiano, 8 aprile 2025 Channel 13, un canale tv israeliano, venerdì ha annullato la messa in onda di una puntata del programma Makor (“La...
di Paolo Desogus*Antonio Albanese, prima che si eclissasse, aveva riscoperto da Orwell il "ministro della paura", con il quale prendeva in giro le pratiche mediatiche del governo Berlusconi di allora,...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa