È al limite dell’incredibile. Quello che era accaduto dopo l’incontro Trump-Putin in Alaska, nello scorso settembre, si sta ripetendo in queste ore dopo l’annuncio del piano russo-americano in 28 punti per la fine delle ostilità in Ucraina: ossia i dirigenti dell’Unione europea, politici di lungo corso e di corta intelligenza, confortati e direi sobillati dai comunicatori – pseudo-giornalisti, pseudo-comunicatori, pseudo-esperti – provano a mettersi di traverso. Guai a trattare! Usa e Russia stanno umiliando l’Europa oltre che l’Ucraina! Vogliamo la vittoria!
Ecco una meravigliosa identità di vedute tra gli uni e gli altri, in nome dei “valori della democrazia” e del “prestigio dell’Europa”: quale? Essendo ridotta a un cadavere politico, non si comprende come questa Europa dei 27 e mezzo (l’Ucraina), potrebbe parlare, esser ascoltata, ed essere credibile. Costoro, tutti costoro, in una strabiliante unità di pensiero, vogliono la guerra a oltranza, e, udite udite, mirano alla “sconfitta della Russia”, giacché, come ebbe a dire Kaja Kallas (o la von der Leyen? O la ex prima ministra finlandese? O la ex ministra degli Esteri tedesca? – le “signore” dell’Europa sono intercambiabili) “non ci sono altre opzioni in campo”. La pace non è un’opzione, evidentemente, come non lo era la trattativa, vietata del resto per legge nella democratica Ucraina. A meno che sia una “pace giusta” e ora si aggiunge “dignitosa”. Bisogna salvare la faccia a Zelensky… Ossia, la Federazione Russa si ritira e tutto ritorna come prima: ossia? Riprende il massacro nel Donbass? Persiste il divieto della lingua russa? E la chiusura della Chiesa ortodossa russa in Ucraina? Stepan Bandera celebrato insieme ai nazisti di Kiev? Il rogo dei testi in lingua russa? La cancellazione della toponomastica russa, o dei simboli dell’Armata Rossa che liberò con l’Europa anche l’Ucraina?
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