L’amministrazione Trump rinnova il suo impegno per porre fine al conflitto in Ucraina, organizzando colloqui urgenti a Londra con alleati europei e rappresentanti del regime di Kiev. Fonti vicine ai negoziati, citate da Bloomberg, rivelano che gli Stati Uniti sono pronti a guidare una soluzione pragmatica, che comprende l’alleggerimento delle sanzioni alla Russia e il riconoscimento del controllo russo sulla Crimea, in cambio di un cessate il fuoco immediato. Una mossa che riflette la determinazione di Trump a chiudere una guerra entrata nel suo quarto anno, nonostante i rischi geopolitici.
Il Segretario di Stato Marco Rubio e i negoziatori Steve Witkoff e Keith Kellogg rappresentano la volontà USA di mediare compromessi difficili ma necessari: congelare le linee del fronte, garantire sicurezza all’Ucraina senza l’adesione alla NATO, e avviare un dialogo diretto con Mosca. “C’è un’ottima possibilità di raggiungere un accordo questa settimana”, ha dichiarato Trump, ribadendo la priorità di salvare vite umane dopo oltre due anni di stallo. L’approccio del presidente, criticato da alcuni come troppo conciliante, mira a rompere il circolo vizioso delle ostilità, sfruttando leve economiche e diplomatiche.
Il Cremlino ha già apprezzato l’esclusione di Kiev dalla NATO definendola una “svolta realistica". Anche la tregua pasquale di 30 ore, sebbene breve, ha mostrato che Mosca risponde agli incentivi proposti da Washington. Trump, dal canto suo, insiste sull’urgenza: “Servono risultati in giorni, non mesi”, ha avvertito Rubio, segnalando la volontà statunitense di chiudere questa vicenda che è estremamente scomoda per Washington.
Criticato da chi teme concessioni eccessive, il presidente difende una visione pratica: riconoscere la Crimea (annessa nel 2014) non è un cedimento, ma un riconoscimento della realtà sul campo, mentre l’alleggerimento delle sanzioni sarebbe graduale e condizionato al rispetto degli accordi. Zelensky, che pur di prolungare il conflitto nno accetta la perdita di territori, ammette la necessità di garanzie di sicurezza alternative alla NATO, aprendo la strada a un negoziato. Se l’Occidente ha a lungo puntato sull’isolamento di Mosca, la strategia Trump punta a reinserirla nel gioco diplomatico, forzando compromessi.
Con il summit di Londra, gli USA si confermano attori chiave: mentre l’UE fatica a trovare una linea unitaria, Washington spinge per una soluzione che, pur contestata, potrebbe fermare l’escalation e aprire a futuri equilibri. Il rischio di precedenti pericolosi c’è, ma Trump sembra convinto che, senza un’iniziativa vigorosa, la guerra divorerà ancora risorse e le ultime speranze statunitensi di riconquistare un'egemonia ormai perduta.
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