Canale di Ben Gurion e Leviathan. "La seconda Nakba contro i palestinesi segue precisi interessi economici"


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La guerra a Gaza va vista nel quadro più ampio dello “scontro interimperialistico” che vede impegnati “gli Usa da un lato e Cina e Russia dall'altro.” Lo dichiara Maurizio Brignoli in un’intervista a l’AntiDiplomatico.

Brignoli, autore di "Jihad e imperialismo" (LAD edizioni, 2023), sottolinea come la striscia di Gaza è diventata strategicamente fondamentale da quando tra il 2009 e il 2010 nel bacino del Mediterraneo orientale sono stati scoperti degli immensi giacimenti. Tony Blair, prosegue Brignoli, aveva mediato un accordo che dava ad Israele la quasi totalità dello sfruttamento, “poi ovviamente Hamas nel 2006, quando ha vinto le elezioni, si è opposta a questa situazione”.

Ma attraverso Gaza, prosegue Brignoli, passa anche la sfida degli Stati Uniti alla Belt and Road initiative attraverso l’Imec, il corridoio economico India Medio Oriente Europa. “Gaza è importante perché ha la possibilità di diventare uno snodolo fondamentale per i grandi corridoi di trasporto, ossia per la via della seta cinese, sia per il progetto Imec statunitense. Creare questo corridoio attraverso la Palestina garantirebbe a Israele un passaggio marittimo che potrebbe modificare proprio i rapporti di potere regionali. Israele ha un vecchio progetto che è quello del canale Ben Gurion che servirebbe a connettere Gaza con il Golfo di Aqba sul Mar Rosso, eliminando, come dire, l'ostacolo costituito dai palestinesi.”





“Una specie di seconda Nakba nei confronti dei palestinesi applicata alla Striscia di Gaza risponderebbe a precisi interessi economici, perché ci sarebbe un risparmio economico e soprattutto ci si andrebbe ad affacciare su una porzione di Mediterraneo dove si trovano questi giacimenti importanti”, conclude Brignoli.





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