Avendo l’esigenza di rimodernare la propria flotta aerea, l’Egitto ha deciso di diversificare le sue scelte puntando su due modelli diversi di caccia prodotti da Russia e Francia. Si tratta dei caccia Su-35 e Rafale, due velivoli ritenuti dagli osservatori molto efficienti e affidabili.
A tal proposito l’Egitto ha già ricevuto la metà dei 24 caccia Su-35 ordinati alla Russia ed ha deciso di portare il numero di caccia Rafale richiesti alla Francia a 54.
In passato l’Egitto si affidava agli F-16 statunitensi, ma tuttavia, scrive Defense World, gli F-16 in forza all’Egitto sono tra i meno pericolosi in servizio con gli alleati dell'America, in quanto non hanno ricevuto armi moderne come i missili aria-aria AIM-120C. L’assenza del del lanciamissili AIM-120 ha ridotto il raggio di distruzione dei bersagli a meno di 70 km (utilizzando il vecchio AIM-7P Sparrow). Allo stesso tempo, i vicini dell'Egitto, come il Sudan, la Libia e l'Etiopia, hanno missili R-77 molto più potenti sviluppati dai sovietici installati su aerei come gli Su-27.
Si ritiene che il rifiuto degli Stati Uniti di fornire all'Egitto missili avanzati fosse inteso a preservare la superiorità militare di Israele. Quindi Il Cairo ha deciso di aggiornare la propria flotta con i velivoli di produzione russa e francese.
Sul perché l’Egitto abbia deciso questa combinazione di caccia, fonti egiziane spiegano che il caccia “Su-35 ha uno scopo diverso dal Rafale". Il caccia russo è progettato principalmente "per garantire la superiorità dell'esercito egiziano nel cielo regionale". Il caccia Su-35 può tracciare contemporaneamente fino a 4 bersagli terrestri o 30 bersagli aerei, oltre a colpire fino a 8 bersagli aerei contemporaneamente. È in grado di identificare la classe e il tipo di bersagli aerei e di effettuare riprese aeree dell'area. Rafale ha caratteristiche diverse. Ad esempio, UR SCALP ha la capacità di perforare bersagli ben difesi e aumenta significativamente la capacità di un attacco al suolo.
Combinare la superiorità aerea con la potenza d'urto, questo è l’obiettivo egiziano.
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