Con il NO della Francia, Italia unico paese a considerare la trappola MES


di Paolo Deosgus*

Siamo ormai l'unico paese che sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di aderire al programma trappola del MES. Grecia, Portogallo e Spagna hanno rinunciato qualche giorno fa. La Francia ha emesso il suo rifiuto ieri.

Nessuno, data l'esperienza del Fondo salva stati, soprattutto la Grecia, vuole sottomettersi alla violenza autoritaria della Troika attraverso un'istituzione fuori dal controllo del Parlamento e della Commissione. Nessuno, tranne l'Italia: il paese in cui giornali e partiti dell'establishment si sono trasformati nelle streghe di Macbeth, per cui "il bello è brutto e il brutto è bello". Si muove infatti qualcosa di perverso in Italia. Da noi, purtroppo, l'intervento della Troika rappresenta l'occasione per nuovi tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni e compressione dei salari. La classe imprenditoriale italiana, che da si nutre dei disastri del paese, dunque gongola e schiera nella battaglia mediatica per il MES il suo stregone della mistificazione preferito, Matteo Renzi, la cui credibilità è tuttavia pari a zero.

Ora mi auguro che i 5 stelle trovino più coraggio contro il MES. Mi auguro, ma ho dei dubbi, che si possano aggiungere anche i partiti di LEU. Bersani aveva detto sì al MES a condizione che l'Italia non fosse sola. Si rimangerà tutto? Speriamo di no. Se anche LEU si schierasse contro, il fronte anti MES sarebbe sufficientemente ampio per rimandare al mittente l'offerta di auto incaprettamento preparato dalla burocrazia europea con la complicità del nostro establishment.

Il no al MES avrebbe inoltre un'importanza politica nella partita contro la Germania dopo la sentenza di Karlsruhe. Mostrerebbe che l'Italia ha abbandonato ogni ambiguità circa la sua collocazione nel blocco con la Francia. Si è infatti tanto parlato di Macron e del tentativo della Francia di servirsi dell'Italia. La verità è che per ora il paese più ambiguo, anche verso i propri stessi interessi, incapace di decidere da che parte stare, è l'Italia, soprattutto a causa dell'inveterata vocazione alla stupidità del PD.

Qualcuno dirà che tutto questo farà aumentare la tensione dentro l'eurozona, con il rischio che salti tutto. E allora? E se così fosse? È giusto che le contraddizioni emergano, che i nodi vengano al pettine. Se l'UE è un meccanismo fondato unicamente sulle ragioni del neoliberismo e della sottomissioni a questo dogma distruttivo e antidemocratico non è certo responsabilità dell'Italia. Abbiamo tante colpe, non questa.


*Professore all'Università Sorbona di Parigi

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