E’ partita la grande spesa militare Ue

di Federico Giusti

Si vanno, giorno dopo giorno, delineando gli scenari dei prossimi Bilanci nazionali con un forte impulso alla spesa militare, ad esempio l’Italia potrà ricorrere a 14,9 miliardi del fondo Safe (Security Action for Europe) che ammonta complessivamente a 150 miliardi per progetti dei paesi UE legati alla difesa.

Ad oggi non tutti i paesi europei si sono avvalsi della possibilità di attingere da questi fondi che poi sono prestiti destinati al riarmo, fondi che dovranno essere spesi nei prossimi 5 anni e restituiti entro 45

Sono 19 i Paesi dell’Unione Europea che hanno deciso di accedere ai prestiti europei per il riarmo e in questi giorni è stata resa la ripartizione dei fondi dalla apposita Commissione (la foto con cui abbiamo aperto l’articolo). I soldi inizieranno ad arrivare all’inizio del prossimo anno, vanno spesi da qui ai prossimi cinque anni e restituiti entro i prossimi 45. I prestiti serviranno anche per investimenti tecnologici in ambito militare per la produzione di missili e sistemi di arma, per droni e anti drone, non esiste settore escluso nell’ottica di ampliare la produzione nazionale, per acquisire le competenze tecnologiche indispensabili a dare vita a un articolato e sinergico sistema a livello comunitario.

Nasce in sintesi una sorta di grande sistema militare Europeo adibito all’innovazione tecnologica e alla produzione di armi tecnologicamente avanzato. E questo piano di riarmo è frutto delle decisioni assunte dal vecchio continente, inizialmente dovevano finanziare progetti comuni in funzione della guerra in Ucraina per poi acquisire caratteristiche diverse che vanno nella direzione auspicata dai grandi interessi economici che ruotano attorno al settore militare. E’ innegabile che la Ue voglia fare un salto di qualità e nonostante le iniziali perplessità anche il Governo Italiano ha deciso di accedere ai prestiti per acquistare24 Eurofighter e 5 batterie Samp-t, il sistema missilistico sviluppato dal consorzio italo-francese Eurosam

La scelta di applicare il prossimo anno la “clausola di salvaguardia” che scorpora dai vincoli di bilancio le spese per la difesa è data per scontata già nel 2026

Il nostro paese andrà a spendere in tre anni 40 miliardi in sistemi d’arma ma le cifre sono in costante crescita e superanno presto gli ambiziosi obiettivi di marca militarista già noti.

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