Le elezioni presidenziali in Ecuador hanno segnato una svolta per il paese, con la candidata progressista Luisa González che, nonostante una campagna elettorale impari, ha sfidato apertamente in un clima sempre più autoritario il presidente uscente Daniel Noboa, esponente di una destra neoliberista e allineata agli interessi di Washington. Con oltre il 98% delle schede scrutinate, i risultati preliminari mostrano un testa a testa serrato: Noboa ottiene il 44,31% dei voti, mentre González, rappresentante dell’alleanza di sinistra Revolución Ciudadana-RETO, si ferma di pochissimo dietro, con il 43,83%. Una differenza minima che dimostra quanto il popolo ecuadoriano sia stanco delle politiche neoliberiste e pronte a sostenere un vero cambiamento.
Sfida al ballottaggio
Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha confermato ufficialmente la necessità di una seconda votazione, poiché nessuno dei candidati ha raggiunto la soglia richiesta per evitare il ballottaggio. Tuttavia, il risultato di Luisa González rappresenta una vittoria simbolica per le forze progressiste e popolari del paese. Nonostante le enormi risorse economiche e il sostegno dei poteri forti dietro la campagna di Noboa, González ha dimostrato che la volontà di cambiamento del popolo ecuadoriano non può essere soffocata.
Diana Atamaint, presidente del CNE, ha annunciato che in 10 province, tra cui Pichincha e Guayas, oltre il 50% delle schede è stato già scrutinato, mentre nelle province più remote, come Napo e Morona Santiago, il processo di conteggio è ancora in corso. Ma la tendenza è chiara: González, con il suo messaggio di speranza e giustizia sociale, ha conquistato il favore di milioni di ecuadoriani, i quali guardano con favore al ritorno di quelle politiche di successo applicate dall'ex presidente Rafael Correa.
Luisa González: la voce del popolo
Luisa González, con un discorso appassionato e carico di determinazione, ha già lanciato un appello all’unità, invitando gli altri candidati sconfitti a sostenere la sua campagna per il ballottaggio. In particolare, ha rivolto un invito a Leonidas Iza, candidato del movimento indigenista Pachakutik, che si è piazzato al terzo posto con il 5,26% dei voti. González ha sottolineato l’importanza di costruire un’agenda comune per affrontare problemi urgenti come la violenza, la migrazione e la disoccupazione, problemi che il governo di Noboa ha aggravato con le sue politiche neoliberiste e di austerity.
Rueda de prensa #Quito https://t.co/Oon1JJAD69
— Luisa González (@LuisaGonzalezEc) February 10, 2025
“Rappresentiamo la speranza, il cambiamento, e questa speranza ha vinto oggi nelle urne”, ha dichiarato González ai suoi sostenitori nella capitale Quito, esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto. “Daniel Noboa rappresenta la paura, noi rappresentiamo la speranza. E questa speranza è quella che oggi ha vinto”. Con queste parole, González ha ribadito il suo impegno a governare per i 18 milioni di ecuadoriani, non per gli interessi delle élite o delle potenze straniere.
Noboa: il silenzio di un candidato in difficoltà
Daniel Noboa, invece, ha sorpreso tutti non presentandosi al previsto evento con i suoi sostenitori al hotel Le Parc, nella capitale Quito. Nonostante avesse organizzato un’apparizione pubblica per celebrare una presunta vittoria al primo turno, Noboa ha preferito non rilasciare dichiarazioni, lasciando i suoi sostenitori in attesa fino a tarda notte. Questo silenzio eloquente rivela la debolezza di un candidato che, nonostante il sostegno dei poteri forti e l’uso spregiudicato di risorse pubbliche per la sua campagna, non è riuscito a convincere il popolo ecuadoriano.
Noboa, che ha assunto la presidenza nel 2023 dopo le dimissioni di Guillermo Lasso, rappresenta l’emblema di un modello neoliberista fallimentare, basato su privatizzazioni, tagli alla spesa sociale e una subordinazione agli interessi di Washington. La sua campagna, costata oltre 100 milioni di dollari (non tutti dichiarati al CNE, come ha denunciato González), è stata un tentativo di perpetuare un sistema che ha impoverito il paese e aumentato le disuguaglianze.
El gobierno convocó a sus simpatizantes a las afueras de un hotel de lujo donde iban a celebrar su victoria y daría una rueda de prensa a las 18:00 horas. Es casi media noche y los ministros se fueron sin dar declaraciones y Noboa nunca llego, dejando plantada a toda su gente pic.twitter.com/6Jl59a4Adv
— Daniel Salcan (@Danielsalcan_) February 10, 2025
Un contesto di polarizzazione e resistenza
Le elezioni del 2025 rappresentano un momento cruciale per l’Ecuador, un paese che negli ultimi anni ha affrontato sfide economiche, sociali e politiche significative. Mentre Noboa cerca di mantenere il potere per continuare a servire gli interessi delle élite e delle multinazionali, González incarna la speranza di un paese che vuole riprendersi il proprio futuro. Il suo programma, basato sulla giustizia sociale, la sovranità nazionale e la lotta alla corruzione, rappresenta una vera alternativa al modello neoliberista che ha dominato l’Ecuador negli ultimi anni, a partire dal clamoroso tradimento di Lenin Moreno, eletto con i voti della sinistra e poi passato armi e bagagli nel campo neoliberista.
Verso il ballottaggio
Con il ballottaggio previsto per il 13 aprile, Luisa González ha l’opportunità di dimostrare che un altro Ecuador è possibile. Mentre Noboa cercherà di consolidare il sostegno dei settori più conservatori e delle élite economiche, González punta a unire le forze della sinistra, dei movimenti sociali e di tutti coloro che credono in un futuro migliore. La sua vittoria non sarebbe solo un trionfo personale, ma una vittoria per tutto il popolo ecuadoriano, stanco di essere sacrificato sull’altare del neoliberismo.
In un contesto di polarizzazione e sfide economiche, l’Ecuador si prepara a un nuovo appuntamento con le urne, che deciderà il futuro del paese per i prossimi anni. La posta in gioco è alta: da un lato, la continuazione di un modello fallimentare; dall’altro, la speranza di un cambiamento vero. Un ritorno a politiche già implementate con molto successo in Ecuador.
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