I negoziatori dell’amministrazione statunitense hanno concesso al presidente ucraino Volodymyr Zelensky un lasso di tempo di “alcuni giorni” per rispondere a una proposta di pace che richiederebbe a Kiev di accettare perdite territoriali a favore della Russia, in cambio di garanzie di sicurezza non ancora specificate. Lo riporta il Financial Times, citando funzionari al corrente delle discussioni.
Secondo una fonte del quotidiano finanziario, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump spera di raggiungere un accordo definitivo entro il prossimo Natale. Zelensky, durante l’incontro con gli inviati americani, avrebbe richiesto tempo necessario per consultarsi con i partner europei che sostengono Kiev.
Questo sviluppo segue le dichiarazioni di Trump dello scorso mese, in cui auspicava un accordo già per il Giorno del Ringraziamento, per poi precisare in seguito ai giornalisti di non avere, in realtà, una scadenza rigida.
Il piano di pace presentato dall’amministrazione statunitense a novembre, stando alle informazioni circolate, chiederebbe all’Ucraina di ritirare le proprie truppe da porzioni del Donbass attualmente sotto il suo controllo, una delle condizioni chiave di Mosca per un ampio cessate il fuoco.
La posizione di Kiev e la pressione sul campo
Zelensky, durante una visita a Londra lunedì, ha riconosciuto pubblicamente la pressione degli Stati Uniti verso “un compromesso”, ma ha tenuto a chiarire che non è stato raggiunto alcun accordo sul tema territoriale. Ha ribadito con fermezza la posizione ucraina: “Non siamo disposti a cedere alcun territorio senza combattere”.
La trattativa si svolge sullo sfondo di un contesto militare complesso per Kiev. Le truppe russe hanno registrato progressi costanti su diversi settori del fronte orientale. I comandanti ucraini, dal canto loro, continuano a segnalare una cronica inferiorità numerica e significative difficoltà nel sostituire le perdite in vite umane con nuove reclute.
All’inizio di dicembre, il Ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista di Krasnoarmeysk (Pokrovsk), città nel Donbass che il Presidente Vladimir Putin ha definito un importante “caposaldo” per future offensive.
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