di Francesco Fustaneo
La magistratura francese ha emesso martedì un ulteriore mandato di cattura per l'ex presidente siriano Bashar al-Assad e altri sei alti funzionari del suo regime. L’accusa è correlata al bombardamento di un centro stampa a Homs il 22 febbraio 2012.
Nell'attacco, che i giudici francesi imputano alle forze armate di Assad, persero la vita la giornalista americana Marie Colvin (del Sunday Times) e il fotografo francese Rémi Ochlik. Rimasero feriti il fotoreporter Paul Conroy, la reporter Edith Bouvier e il traduttore Wael Omar.
Durante il bombardamento, Colvin e il francese Ochlik decisero di uscire dall’edificio. Una volta fuori, furono colpiti in modo letale da un colpo di mortaio. Le tre persone rimaste all’interno rimasero invece ferite.
Oltre ad Assad, sono ricercati suo fratello Maher al-Assad (allora comandante della Quarta Divisione Corazzata), il capo dell'intelligence Ali Mamlouk e l'ex capo di stato maggiore Ali Ayoub.
L'azione della giustizia francese si scontra con la realtà politica: Assad, detronizzato di fatto nel 2024, si trova dal dicembre dello scorso anno sotto l’asilo politico della Russia, ed è impensabile pensare a una sua estradizione.
Politicamente, occorre ricordare che la Francia ha salutato con enfasi la caduta di Assad e il nuovo corso governativo siriano, finanche legittimando – con l’invito istituzionale a Parigi nello scorso maggio alla presenza di Macron – la figura di Al Jolani (A?mad ?usayn al-Shar?), autoproclamatosi presidente siriano dopo la presa di Damasco a capo della formazione HTS e con un pedigree da terrorista jihadista di tutto rispetto, prima delle operazioni di restyling della sua figura da parte di ambasciate occidentali e media.
Un restyling che, a onor del vero, già allo scoppio del conflitto siriano nel 2011 e negli anni a seguire in Siria aveva interessato anche formazioni come Jabhat al-Nusra e altre organizzazioni terroristiche e gruppi affini, per renderle presentabili al mondo e legittimarne i tentativi di rovesciamento di Bashar al-Assad.
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