L'ultimo ospedale funzionante a Gaza City, l'Al-Ahli Baptist, è stato gravemente danneggiato da un bombardamento israeliano, lasciando quasi un milione di persone senza accesso a cure d'emergenza. "Siamo senza medicine e ossigeno da 40 giorni", denuncia Marwan al-Hams, direttore degli ospedali da campo. L'attacco ha distrutto i reparti di rianimazione e le ambulanze, mentre i pazienti sono stati evacuati in fretta e furia.
Testimoni raccontano scene di panico: "Non c'è stato alcun preavviso - dice Mohammad Abu Nasser, ferito nell'attacco - Gaza non ha più luoghi sicuri". Intanto i raid continuano in tutta la Striscia: solo nelle ultime 24 ore si contano 11 vittime, portando il bilancio totale a oltre 50.000 morti dall'inizio del conflitto nell'ottobre 2023. Il personale medico lancia un appello disperato alla comunità internazionale: "Il sistema sanitario è al collasso - avvertono - servono aiuti immediati".
Nonostante la distruzione, i lavoratori dell'ospedale giurano di rimanere al loro posto: "Resisteremo e ricostruiremo", promettono, mentre la popolazione affronta una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi decenni.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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