Il livello della repressione in Italia si alza ad un ritmo vertiginoso.
Ma solo ed esclusivamente per chi ancora grida al genocidio del popolo palestinese, per chi ancora non si rassegna ad accettare una narrazione distorta, dove i cattivi sono sempre gli arabi, i mussulmani, gli asiatici, e i buoni siamo noi occidentali rigorosamente bianchi e di razza superiore.
Perché è esattamente questo quello che sta succedendo.
Aldilà delle blaterazioni, si vuole criminalizzare il fronte palestinese in Italia.
Sono diventati terroristi gli studenti che ieri hanno manifestato, a Torino come a Roma, perché hanno mostrato plasticamente quanto il nostro governo sia complice della più grande strage quotidiana in diretta streaming globale che la Storia dell'umanità tutta abbia mai vissuto.
Si cerca di scindere il fronte Pro Palestina, ed il 5 ottobre è diventato evidente, per separare i "cattivi" che sostengono la resistenza ai "buoni" che la condannano.
E lo vedremo praticamente purtroppo anche il 30 novembre, con due piazze, se non si arriverà ad un confronto e soprattutto ad una presa di coscienza.
E se noi italiani smettiamo l'abito tutto occidentale, quello che apparentemente abbiamo sempre combattuto, di quelli che colonialisticamente si ergono a giudicare , a valutare, a condannare o benedire.
Non siamo noi che possiamo avere l'arroganza e la presunzione di dire quello che il popolo palestinese deve o non deve fare.
Il nostro compito è solo quello di supportare, di chiedere al governo e al parlamento sanzioni contro uno Stato genocida, di praticare il boicottagio del traffico di armi, dei prodotti e dei finanziamenti sporchi di sangue.
Dobbiamo tollerare che in Europa presunti holligans violenti mettano a ferro e fuoco le nostre città per le partite di calcio europee dove gioca Israele, strappando bandiere palestinesi, sfasciando auto e taxi di cittadini arabi, inneggiando alla morte dei bambini di Gaza e all'eccidio degli arabi.
Ma per carità: chi reagisce è "antisemita, perseguita, incita alla violenza..."
Ed è così che presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia Mohammad Hannoun ha ricevuto un foglio di via da Milano, con divieto di ritorno, per l’accusa di istigazione all’odio e alla violenza.
Il provvedimento, gravissimo, della questura, che non ha precedenti, è stato emesso per alcune sue frasi durante una manifestazione in solidarietà alla Palestina di sabato 9 a Milano. L’accusa è di aver espresso pubblicamente il suo pensiero su quello che è successo ad Amsterdam.