Insorge la comunità indigena in Guatemala

Ad inizio settimana, la Corte suprema del Guatemala ha ribaltato la sentenza di condanna di genocidio e crimini contro l'umanità contro l'ex leader militare Efrain Rios Montt. La Corte costituzionale ha accolto l'appello da parte dei legali di Montt che avevano rimarcato una serie di vizi procedurali. Il processo, iniziato nel marzo scorso, torna al punto di partenza al tribunale preposto.
La decisione della Corte è stata definita "un insulto al popolo Ixil" da parte del sindaco di Nebaj, Ana Laynez, che l'ha definita un esempio di razzismo verso la popolazione indigena del Guatemala. Nebaj, insieme alle municipalità di Chajul e Cotzal, formano la regione degli Ixil Maya nel dipartimento di Quiché. Dal punto di vista del popolo indigeno, la giustizia in Guatemala è stata rapita da coloro che hanno il potere militare, economico e politico, ha dichiarato Manuel Vail, un prete Maya, che ha sottolineato anche come si possa modificare una sentenza, ma non si può annullare il peso che portano nella loro coscienza, o la vergogna che resta negli occhi del mondo”.
L'ex dittatore del Guatemala, condannato a 80 anni di carcere - 50 per genocidio per la morte di 1,771 persone Ixil Maya e 30 per crimini contro l'umanità - era il primo leader sudamericano ad essere condannato per genocidio ed il primo governante nella storia ad essere stato condannato con quest'accusa da un tribunale locale. Montt prese il potere nel 1982 ed ha governato fino al 1983 in quello che è considerato il periodo più drammatico della lunghissima guerra civile, durata 36 anni, tra l'esercito ed i ribelli di sinistra del Guatemala, conclusasi solo nel 1996 dopo 200,000 morti.

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